Abe: “Risultato della politica di pressione”

E'bastato veramente poco affinché la notizia dell'incontro fra Donald Trump e Kim Jong-un rimbalzasse da un capo all'altro di un globo fin troppo preoccupato, nonostante la tregua dei primi mesi dell'anno, dalle tensioni dovute alla crisi coreana. E questo anche perché, in un solo anno, il Tycoon e il leader nordcoreano si sono resi protagonisti non solo di un reciproco botta e risposta a distanza su toni tutt'altro che amichevoli ma anche di una strategia che, di fatto, ha assunto l'aspetto di una enorme partita a scacchi, giocata a colpi di provocazioni, test missilistici, esercitazioni congiunte e altro ancora. Il tutto più che sufficiente a lasciare il pianeta in una preoccupante fase di stallo. Niente di strano, dunque, che la possibilità di un incontro fra le due parti sia stata accolta con estrema positività, anche alla luce dell'annuncio da parte di Kim della possibilità di interrompere i test nel Pacifico. Una notizia che ha certamente interessato il Giappone di Shinzo Abe, il Paese più coinvolto dalle conseguenze degli esperimenti nucleari nordocoreani.

Abe: “Posizioni invariate”

La svolta sul disgelo tra Usa e Corea del Nord, secondo Abe, è comunque “il risultato della politica della pressione ad alto livello”. Certamente, però, il premier nipponico ha accolto più che positivamente la notizia del summit di maggio, frutto di un lavoro diplomatico che ha visto protagonista soprattutto la Corea del Sud che, dai dialoghi preolimpiadi a oggi, ha lavorato per la costruzione di un terreno di incontro che, a quanto pare, è pronto a ricevere anche gli Stati Uniti: “La posizione del Giappone e degli Stati Uniti rimane invariata – ha spiegato ancora Abe -: continueranno a esercitare la massima pressione fino a quando la Corea del Nord non intraprenderà azioni concrete per uno smaltimento completo, verificabile e irreversibile dei suoi programmi nucleari e missilistici”. Ancora più duro il ministro della Difesa Itsunori Onodera: “Pyongyang deve deciere a fermare il suo programma nucleare entro maggio se vuole che il dialogo assuma qualsiasi significato”.

Prospettive di dialogo

Il premier giapponese ha annunciato che, nel mese di aprile, si recherà negli Stati Uniti proprio per discutere con Trump del dossier nordcoreano: “Su questo punto abbiamo deciso di proseguire assieme al 100%”, ha concluso Abe. Il che significa che il Giappone potrebbe avere un ruolo di primo piano nelle trattative di maggio. A ogni modo, secondo il primo ministro la politica dura fin qui adottata con Pyongyang ha portato buoni frutti, così come l'azione sotto traccia del presidente sudcoreano Moon, il quale ha impostato la sua azione politica fin dal principio sul terreno della diplomazia. Una linea guida che per la prima volta, dopo la parentesi di PyeongChang, potrà dare risposte anche sul piano geopolitico.