Debuttano le Giornate Fai all’aperto: dove si potrà andare?

Con Fai 27 e il 28 giugno ci saranno 200 aperture. Anche Bergamo e Assisi con Pistoletto

Fai

Con oltre 200 luoghi in 150 località, il Fondo Ambiente Italiano lancia le speciali Giornate Fai all’aperto, dedicate al rapporto tra Cultura e Natura, il prossimo 27 e 28 giugno (prenotazione obbligatoria su www.giornatefai.it).

I luoghi da andare a visitare con Fai

Dalla sequoia gigante sopravvissuta al disastro del Vajont nel 1963 alla Palma di San Pietro nell’Orto Botanico di Padova, che tanto entusiasmò Goethe. E poi il semenzaio di San Sisto Vecchio, dove dal 1810 si coltivano le piante per il verde pubblico di Roma, comprese le fotografatissime azalee di Trinità dei Monti, o la Riserva naturale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi (TE), tratto di costa incontaminata, tra dune e calanchi, salvata dalla cementificazione grazie all’impegno dei volontari. E poi il borgo storico Monesteroli a La Spezia, a picco sul mare in fondo a una scala di 1000 gradini, che vive di energie rinnovabili, fino al Terzo Paradiso di ulivi donato da Michelangelo Pistoletto al Bosco di San Francesco ad Assisi (PG) e i Giardini di Palazzo Moroni a Bergamo, oltre due ettari di verde che dominano la Città Alta, aperti in anteprima in omaggio alla comunità che più sofferto l’emergenza sanitaria.

Cultura e post lockdown

A causa della pandemia, spiega il presidente Andrea Carandini, “abbiamo dovuto rinunciare all’edizione di Primavera. Queste nuove Giornate saranno un’innovazione permanente? Lo vedremo, per ora sono una ripartenza”. Con il Patrocinio del Mibact e di tutte le Regioni e Province Autonome italiane, cancelli spalancati dunque in parchi e giardini storici, riserve naturali e orti botanici, boschi e campagne, tra alberi millenari, piante bizzarre e spazi privati segreti. Un modo per rispettare le misure di sicurezza imposte dal Covid, ma anche per riscoprire una “cultura della natura”. Perché, ricorda il Vicepresidente Esecutivo del Fai Marco Magnifico, “non si può amare né proteggere ciò che non si conosce”.