Torino, Casa Gramsci diventa un hotel di lusso

Un hotel (immagine di repertorio)

Casa Gramsci, ovvero la casa dove visse Antonio Gramsci – considerato il padre del comunismo italiano – si trasforma in un hotel di lusso. Dopo tre anni di ristrutturazioni e lavori, durante i quali non sono certo mancate le proteste di Rifondazione Comunista, è stato inaugurato ieri. L’edificio – situato nel centro di Torino – risalente al 17° secolo si apre così al pubblico offrendo 160 stanze di lusso dislocate su cinque piani. Cambierà anche il suo nome: non sarà infatti Casa Gramsci, ma sarà NH Collection Torino Piazza Carlina. Al quarto piano sarà ospitato un centro fitness e wellness, arredato con pezzi unici realizzati dagli artigiani della città. Sul tetto invece, è stato realizzato un orto i cui prodotti verranno utilizzati dagli chef del ristorante.

Un’ala dell’edificio è stata concessa all’Istituto Gramsci, che avrà il compito di tenere viva la memoria di Antonio Gramsci che proprio in quest’edificio settecentesco visse e gettò le prime basi del partito comunista. “In questo modo saranno molte di più le persone che potranno venire in contatto con la figura e il pensiero di Gramsci – spiega Piero Fassino sindaco di Torino – questo bellissimo e raffinato albergo, situato nel cuore di Torino, è l’ennesima dimostrazione della nuova vocazione della città, sempre più internazionale e ormai capitale culturale riconosciuta, pronta a ospitare, milioni di turisti in vista dell’Expo”.

Ma se da un lato troviamo la soddisfazione del sindaco di Torino, l’altra faccia della medaglia mostra il malcontento di Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione comunista di Torino. Infatti in una nota ha espresso tutto il suo dissenso contro la decisione dell’amministrazione comunale di vendere l’edificio, dichiarando che ciò “è potuto accadere grazie alla miserrima operazione di stravolgimento e di rimozione culturale intrapresa dagli amministratori torinesi, gran parte dei quali comunisti pentiti. Una operazione che indigna, che dà il senso dei tempi che viviamo – attacca Locatelli – siamo in presenza di una classe politica che oltre ad essere impegnata a cancellare i principi costituzionali, i diritti sociali, del lavoro, è impegnata a cancellare le radici culturali e i riferimenti al mondo del lavoro e delle classi sociali sfruttate. Più che mai Antonio Gramsci è vivo e lotta insieme a noi. Nessuno riuscirà a cancellare la forza del suo pensiero e del suo esempio rivoluzionario”.