Restaurati e riportati in Siria due busti di Palmira

Sono stati riportati in Siria i due busti in alto rilievo provenienti dal Museo Nazionale di Palmira e consegnati all’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo al termine dell’esposizione nella mostra “Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira” che si è tenuta al Colosseo dal 7 ottobre all’11 dicembre dello scorso anno.

Le opere, due busti funerari che ritraggono marito e moglie risalenti al II-III secolo d.C., erano state vandalizzate dalle milizie dell’Isis durante l’occupazione del celebre sito archeologico. In seguito a un accordo tra l’Associazione Incontro di Civiltà e la Direzione delle antichità di Damasco, erano state trasportate in Italia. Dopo la mostra sono state sottoposte a un intervento conservativo ad elevata tecnologia presso il laboratorio di restauro dei materiali lapidei nella sede di San Michele a Ripa, dove ampie porzioni di modellato, dopo un’accurata campagna diagnostica condotta con le tecniche più avanzate, sono state ricostruite in virtuale e poi, tramite stampa in 3D, riprodotte per sinterizzazioni di polveri e ancorate all’originale con vincolo reversibile. Un recupero, ha sottolineato il Ministro Franceschini, che “dimostra l’eccellenza italiana del settore”.

Un’operazione tutt’altro che semplice, perché tra Italia e Siria non ci sono rapporti formali. I due busti funerari provenienti dalla Valle delle Tombe erano rimasti a Palmira perché erano “incastonati nelle pareti” e quindi i funzionari del Museo archeologico non li avevano potuti sottrarre alla furia iconoclasta degli uomini del Califfato. Quando l’antica città era stata temporaneamente liberata, nella primavera dello scorso anno, gli studiosi erano riusciti a portare i reperti a Damasco. Da qui i due busti, chiusi in una cassa, sono partiti per Beirut ma sono serviti altri delicati contatti diplomatici e permessi prima di riuscire a caricarli sull’aereo per l’Italia, il 5 ottobre. Ora i due busti hanno fatto il viaggio di ritorno per essere restituiti alle autorità siriane.