Per far rinascere Pompei spesi ad oggi 4 milioni di fondi europei

Ammonterebbe a 4 milioni di euro il totale di fondi europei già spesi per il Grande Progetto Pompei. Lo ha reso noto il ministro per i Beni culturali e Turismo Dario Franceschini, durante il suo resoconto alla Camera. “A questo momento la spesa effettiva è di quattro milioni di euro che è superiore ai 2,3 milioni di euro previsti dall’Action Plan del 17 luglio. Ci sono stati bandi al lordo dei ribassi per 90,2 milioni di euro. – spiega il ministro – Si sono conclusi progetti per un valore, sempre al lordo dei ribassi, per 52,4 milioni di euro. C’è una struttura guidata dal generale Nistri e dalla Soprintendenza Speciale che sta lavorando in tutti i modi, e con tutte le risorse disponibili, per restare nei termini fissati dall’Action Plan che consentono di spendere le risorse entro la fine del 2015″.

Ma questo non riguarda la ristrutturazione di tutti gli scavi di Pompei, infatti i fondi già investiti sarebbero serviti solo per una parte dei lavori sul sito archeologico e ha ricordato che “gli interventi, conclusi anche nei termini, lasceranno comunque l’esigenza di un cantiere perennemente aperto. La sola manutenzione, in un’area di quel tipo, richiede interventi e fondi continui”. Il ministro ha inoltre spiegato che l’Action Plan, firmato il 17 luglio scorso con il commissario europeo Hahn, prevede scadenze tassative per spendere le risorse finanziate dall’Unione Europea entro il 31 dicembre.

“Dobbiamo abituarci a fare insieme due cose: mentre investiamo sulla capacità di crescita e quindi di restauro e manutenzione di un grande sito archeologico e puntiamo ad aumentarne le potenzialità turistiche, dovremmo occuparci anche di quello che c’è intorno. – afferma il ministro Dario Franceschini – E Pompei ha un grande bisogno di interventi anche fuori dal sito archeologico. Parlo di strutture ricettive, di trasporti, di trasparenza. Una parte del lavoro è finalizzata anche a questo. Entro Natale il direttore del Grande Progetto Pompei convocherà la struttura che coinvolge i comuni dell’area circostante al sito archeologico per fare dei passi avanti finalizzati a costruire ciò che c’è attorno. Tutto è fatto con i massimi requisiti di trasparenza degli atti amministrativa”.