Nuovo allarme per i siti Unesco in Siria, danneggiati e distrutti

Durante la guerra civile in Siria sono state danneggiate diverse zone appartenenti al patrimonio mondiale dell’Unesco ad Aleppo, Damasco, Palmyra e il Krak dei cavalieri di Homs. A rivelarlo è l’Istituto delle Nazioni unite per la formazione e la ricerca (Unitar) che attraverso le immagini satellitari disponibili a livello commerciale ha potuto definire i gravi danni causati dal conflitto in corso nel Paese.

Dai dati rivelati dallo studio dell’Unitar risultano 24 siti distrutti, 104 gravemente danneggiati, 85 moderatamente lesionati e 77 lievemente compromessi. L’agenzia Onu ha dichiarato: “Gli sforzi nazionali e internazionali per la tutela di queste aree hanno bisogno di essere estesi per salvare il più possibile di questo patrimonio del genere umano”.

A minacciare i beni culturali del Paese sono i bombardamenti e le attività militari ma anche gli scavi illegali o le costruzioni civili. Il rapporto diffuso dall’agenzia Onu mostra crateri grigi e cumuli di macerie dove un tempo c’erano edifici storici nella famosa cittadella di Aleppo. Gravi danni sono evidenti anche nella moschea degli Omayyadi, che ha perso il suo minareto dell’XI secolo.

I tesori archeologici della Siria raccontano migliaia di anni di storia, dalle rovine romane nell’oasi del deserto di Palmyra al castello crociato noto come Krak dei cavalieri vicino alla costa del Mediterraneo. Damasco inoltre, è una della città più antiche al mondo ancora abitate e da queste ultime ricerche risulta allarmante la condizione delle ricchezze culturali del Paese.