Napoli, le tele di Van Gogh rubate nel 2002 esposte al Museo di Capodimonte

Saranno esposte al Museo di Capodimonte per tre settimane (a partire da martedì 7 febbraio) le due tele di Van Gogh scomparse dall’omonimo museo nel 2002. I dipinti del famosissimo pittore olandese – dal valore di 100 milioni di dollari – furono il ricco bottino di un furto avvenuto ad Amsterdam quattordici anni fa; per poi arrivare al ras del narcotraffico, Raffaele Imperiale.

Questi li teneva nascosti all’interno dell’abitazione dei genitori a Castellammare di Stabia fin quando, lo scorso 30 settembre, furono ritrovati durante un’operazione del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, nell’ambito delle indagini condotte dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia.

“Quando li abbiamo finalmente trovati, non credevamo ai nostri occhi” aveva commentato – con evidente quanto comprensibile orgoglio ed emozione, Giovanni Colangelo della Procura di Napoli, protagonista della grande scoperta. O meglio, ri-scoperta; perchè i due quadri, prima di venire rubati, erano esposti nel famoso Van Gogh museum di Amsterdam dedicato al grande artista olandese, morto suicida a soli 37 anni nel 1890.

I due capolavori, “La Spiaggia di Scheveningen“, del 1882 e “L’uscita dalla chiesa protestante di Nuenen“, del 1884 (entrambi olio su tela di dimensioni contenute) vennero portati via la notte del 7 dicembre del 2002 per scomparire nel nulla per 14 lunghi anni. Ora, prima di tornare nella loro legittima collocazione, potranno essere ammirati da migliaia di visitatori.

“La spiaggia”, realizzato dal pittore mentre viveva in una casa affacciata sulla costa sabbiosa poi ripresa nella tela, misura 34 centimetri per 51. “L’uscita dalla chiesa protestante di Nuenen” è alto 41 centimetri per 32. Appartengono entrambi al primo periodo dell’artista, come suggeriscono temi e colori che non sono ancora quelli che costituiranno il suo tratto più identitario, ben noto al grande pubblico ne “I Girasoli”, “Notte stellata” o “Autoritratto”, ma sempre splendidi nella loro unicità.