Moro raccontato dagli scatti di grandi fotoreporter

Una mostra fotografica che ripercorre quei drammatici 55 giorni del 1978 che segnarono una stagione civile dell'Italia. “Aldo Moro. Memoria, politica, democrazia“. E' il titolo della rassegna che in forma di anteprima si terrà da domani nella prestigiosa sede dello Stadio di Domiziano in via di Tor Sanguigna nel quarantennale del rapimento e dell'omicidio del presidente della Dc e degli uomini della sua scorta da parte dei terroristi assassini delle Brigate Rosse.

La mostra ripercorre la vita politica di Moro attraverso le foto di Carlo Riccardi, decano dei fotoreporter romani che a 92 anni continua a fotografare coltivando contemporaneamente la sua passione di sempre per la pittura. Un racconto arricchito dalle immagini di suo figlio Maurizio e di un altro fotoreporter di razza, Maurizio Piccirilli, autore delle foto del ritrovamento del corpo di Moro in via Caetani. Con loro ha collaborato Giovanni Currado, giornalista e fotografo che ha coordinato la ricerca iconografica, il restauro delle immagini e raccolta di impressioni, commenti e contributi da parte di personaggi del mondo politico, culturale e giornalistico che completeranno il catalogo della mostra.

“Nel 1978 – dichiarano gli autori – sono bastate due Polaroid a cancellare la vita di un personaggio, non di secondo piano, come Aldo Moro, il quale, con l’aiuto dei media, ha subìto così un secondo omicidio”. La mostra, infatti, vuole mettere l'accento sulla figura di Moro nella sua interezza, senza trascurare il suo sacrificio, ma per separare i suoi insegnamenti da quei due scatti delle BR che purtroppo lo identificano, in modo quasi esclusivo, dai testi scolastici alle più recenti ricerche sul web.

Poter visionare centinaia di fotografie che ritraggono Moro nel corso del suo impegno politico e in molti casi analizzarne i particolari grazie al restauro, ha fatto crescere la consapevolezza che la riscoperta di Moro, ovvero la riscoperta della sua vitalità, attraverso le immagini che lo vedono combattivo e sorridente, concentrato o impacciato, possa servire per ricordare l’uomo e non la vittima, per ricordare quello che era riuscito ad ottenere, mostrando alle future classi dirigenti che la soluzione a molti dei problemi passa dal semplice confronto e dal dialogo con l’avversario politico. La mostra si completa con un video che ripercorre le strade di Roma nel corso di quei tragici 55 giorni, nonché le testimonianze di magistrati, carabinieri, poliziotti e giornalisti che vissero quegli eventi.