MATERA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019, PRESENTATO IL CALENDARIO EVENTI

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Dal 1985 è assegnato dal Consiglio dei Ministri Europeo il titolo di Capitale Europea della Cultura ad una città che può associare nel suo programma anche il territorio regionale di riferimento. Nel 2019, dopo Firenze, Bologna e Genova, tale titolo sarà assegnato nuovamente ad una città italiana, Matera. La Città dei Sassi ha superato il percorso di selezione effettuato dalla Commissione Europea congiuntamente al Governo Italiano partito nel 2012 e ufficializzato il 17 ottobre 2014 dal ministro ai Beni e alle Attività culturali e al Turismo Dario Franceschini, a chiusura dell’intenso percorso di candidatura e a seguito della valutazione della giuria internazionale.

Ora è tempo di programmi. Il calendario culturale di “Matera capitale europea della cultura 2019” comincerà il 20 gennaio 2019 e si concluderà il 20 dicembre di quell’anno. La decisione è stata presa in un “incontro di avvicinamento” al 2019 a cui hanno partecipato anche rappresentanti dell’altra capitale europea della cultura del 2019, la città bulgara di Plovdiv, che inaugurerà il suo programma culturale una settimana prima di Matera e lo chiuderà nel marzo del 2020. La riunione fra la fondazione “Matera-Basilicata 2019” e “Plovdiv 2019” si è svolta a Marconia di Pisticci (Matera) e ha portato anche all’ipotesi di una “presentazione comune” alla stampa e agli operatori culturali all’ambasciata bulgara a Bruxelles, in occasione del “meeting di monitoraggio” in programma il prossimo 12 ottobre.

Ecco le 9 motivazioni che hanno portato la giuria di selezione a scegliere Matera come Capitale Europea della Cultura per il 2019. 1): “L’obiettivo di Matera di porsi alla guida di un movimento finalizzato all’abbattimento degli ostacoli che impediscono l’accesso alla cultura, soprattutto attraverso nuove tecnologie e processi di apprendimento, è visionario”. 2): “La giuria è stata colpita dall’entusiasmo e dalla innovatività caratterizzanti l’approccio artistico. Ci sono diversi progetti dotati del potenziale per attrarre un varia e più ampia audience europea, compresa la grande mostra Rinascimento del Mezzogiorno”. 3): “La giuria ha apprezzato l’impegno con le istituzioni e le associazioni culturali esistenti tradizionali, e soprattutto la maniera in cui hanno già iniziato a modificare le loro procedure. Questo approccio potrà avere una più ampia applicazione per le istituzioni culturali europee”.

4): “La giuria ha apprezzato la grande attenzione dedicata alla tecnologia digitale che nel 2019 sarà ancor più rilevante in ambito culturale e sociale di quanto non lo sia adesso. Il programma spazia da un canale Tv online alla digitalizzazione di archivi di beni culturali fino all’insegnamento dei linguaggi di programmazione per i più giovani. Tutto ciò costituisce per una Ecoc un approccio lungimirante ed innovativo”. 5): “La politica di inclusione è progressiva, con una enfasi sul coinvolgimento nei progetti di quanti frequentemente esclusi dalla cultura piuttosto che sulla creazione di linee progettuali parallele. La giuria ha apprezzato la forte intenzione a porre in primo piano la partecipazione ed il Co-Design”. 6): “Il dossier di candidatura riconosce questo punto debole, anzi la necessità di capacity building nel settore della cultura e nella pubblica amministrazione è uno degli obiettivi principali”.

7): “La giuria ha analizzato l’intenzione di incrementare il settore turistico portando le presenze annuali da 200.000 a 600.000, e le possibili ricadute sul fragile ecosistema della regione. La giuria ha ricevuto rassicurazioni con riferimento a ricerche che hanno dimostrato la sostenibilità di tali numeri”. 8): “La giuria è stata colpita da come quello che inizialmente era null’altro che un’iniziativa popolare si sia evoluto in un elemento formale collocato al centro della pianificazione cittadina e regionale”. 9): “L’impegno concreto a coprire il 70% del finanziamento, a prescindere dal risultato della competizione, è una chiara dimostrazione della centralità del programma Ecoc per lo sviluppo della città e della regione. Si tratta di uno dei più limpidi esempi, in anni recenti, di programma di città candidata pensato come parte di un piano strategico e non come semplice candidatura per una competizione”.