L'eredità di Caravaggio: capolavori in luce

La sconvolgente raffigurazione della realtà tramite lo studio della luce artificiale, ottenuta da Caravaggio nel primo decennio del XVII secolo, lasciò una concreta eredità nelle opere dei suoi seguaci, non soltanto italiani ma anche stranieri. E' il tema al centro della mostra “L'eredità di Caravaggio. Capolavori in luce” da oggi fino al 31 maggio a Palazzo Creberg di Bergamo. 

I caravaggisti

Attraverso le opere di Matthias Stom, Francesco Buoneri detto Cecco del Caravaggio, Giuseppe Vermiglio, Simon Vouet, Giovanni Lanfranco, Antonio d’Enrico detto Tanzio da Varallo, si cercano di evidenziare alcune delle diverse declinazioni che il “caravaggismo” assunse tra il secondo e il quinto decennio del Seicento.

Il precursore

Il monumentale dipinto di Antonio Campi (Cremona, 1524 – 1587), con Santa Caterina visitata nel carcere dall’imperatrice Faustina della Chiesa di Sant’Angelo a Milano, che verrà esposto al pubblico a maggio e restaurato da Delfina Fagnani a Palazzo Creberg durante il periodo estivo, costituisce un precedente lombardo alla pittura di Caravaggio. Un dipinto nel quale l’aspetto innovativo è proprio l’uso della luce e che il Merisi, con tutta probabilità, aveva avuto l’occasione di vedere, essendo proprio nel 1584 – anno di esecuzione dell’opera – il suo ingresso nella bottega milanese di Simone Peterzano.

Come ricorda il curatore della mostra, Simone Facchinetti: “Già Roberto Longhi aveva additato il dipinto come un imprescindibile modello per alcune future invenzioni caravaggesche, dalla Vocazione di San Matteo a San Luigi dei Francesi a Roma fino all’estrema Decollazione del Battista a Malta”.

La mostra

Il nucleo principale della rassegna è costituito da opere di Matthias Stom (Paesi Bassi, 1600 circa – post 1645), tra le quali l’intensa Guarigione di Tobi e la rara iconografia di Dedalo attacca le ali ad Icaro di provenienza romana, approdate a Bergamo alla fine del XVIII secolo e tutt’ora conservate presso una storica collezione privata. Dello stesso autore sarà esposto il Cristo porta croce donato all’Accademia Carrara dal Presidente della Fondazione Credito Bergamasco e dalla sua consorte.

“L’intenzione della rassegna è di documentare e mostrare al pubblico un significativo gruppo di dipinti, alcuni mai esposti prima d’ora” sottolinea Angelo Piazzoli, Segretario Generale della Fondazione Credito Bergamasco. “Nel solco della nostra attività di ripristino, svolta a Palazzo Creberg da oltre dieci anni, la mostra ha costituito l’occasione per realizzare alcuni restauri ad essa funzionali; oltre che sul dipinto del Campi abbiamo provveduto a interventi di recupero di opere del territorio bresciano e bergamasco, quali l’interessante San Giacomo Maggiore di Giuseppe Vermiglio della Pinacoteca Repossi di Chiari e la piccola tela inedita di Matthias Stom con San Giovanni Battista, proveniente dalla chiesa di San Bartolomeo a Bergamo”.

Cecco del Caravaggio

La teatrale Decollazione del Battista di Francesco Buoneri, detto Cecco del Caravaggio (documentato a Roma e Firenze dal 1613 al 1620), giunge da un’antica collezione privata bergamasca ma è documentata nella nostra città solo dal 1762, mentre la sua precedente storia collezionistica resta avvolta nel mistero. Come afferma il curatore: «in fatto di luce è quanto di più ortodosso al magistero caravaggesco si possa immaginare».

Il percorso espositivo prosegue con alcune importanti opere che fanno parte della Collezione Banco BPM, il Ritratto della famiglia dell’artista di Giovanni Lanfranco (Parma, 1582 – Roma, 1647), la Vergine addolorata di Simon Vouet (Parigi, 1590 – 1649) e la Battaglia di Sennacherib di Tanzio da Varallo (Alagna Valsesia, 1582 – Varallo, 1633) bozzetto preparatorio per la grande pala realizzata nel 1629-1630 all’interno della cappella Nazari in San Gaudenzio a Novara.

Giuseppe Vermiglio

L'influenza di Caravaggio risulta evidente nell’opera di Giuseppe Vermiglio (Milano, 1587 – post 1635) raffigurante Giuditta con la testa di Oloferne, 1615-1620 in prestito dal Museo Civico di Vicenza – Palazzo Chiericati, che riprende uno dei temi prevalenti del periodo barocco, in cui le passioni violente a volte conducono i protagonisti ad esiti fatali. A rappresentare esperienze coeve ma che esularono dal caravaggismo, giunge infine, dallo stesso museo vicentino, l’ospite della mostra, la magnifica tela con Le Quattro età dell’uomo, 1625 c. dove è evidente la lezione del maestro Rubens, soprattutto nella resa delle figure e nei loro incarnati.

La mostra a Palazzo Creberg, dal 4 al 31 maggio 2018, prevede tre fine settimana di apertura (5/6 – 12/13 – 19/20 maggio), ingresso libero, visite guidate gratuite (per chi lo desidera) e catalogo illustrato in distribuzione gratuita. L’apertura nei giorni feriali segue gli orari della filiale del Credito Bergamasco-Banco BPM di Largo Porta Nuova.