IL TEATRO ILLUMINA LA CAPITALE, E’ TORNATO IL ROMAEUROPA FESTIVAL

Torna il Romaeuropa Festival, la più nota kermesse teatrale della Capitale. Quest’anno a cimentarsi sui palchi più prestigiosi della Città Eterna saranno 300 artisti provenienti da 21 Paesi. La manifestazione ha preso il via il 23 settembre e si chiuderà l’8 dicembre. Tra i protagonisti ci sono anche alcuni storici amici del festival come Emma Dante – al Teatro Vittoria con “Io, nessuno e Polifemo” e “Operetta burlesca” – Akram Khan all’Auditorium Conciliazione con “Kaash”, o Romeo Castellucci, alle Terme di Caracalla con i suoi frammenti dal “Giulio Cesare”. Ma anche nuovi ospiti, come Ascanio Celestini, al Vascello con “Laika”. Ampio spazio sarà dato ai nuovi scenari internazionali, all’avanguardia e alle giovani compagnie di teatro, danza e di arti circensi.

All’India, ad esempio, andranno in scena nove giovani coreografi di Dna, il forum della giovane danza. Alla conferenza stampa di presentazione del Festival, oggi all’Opificio Romaeuropa, erano presenti oltre al sindaco di Roma Igniazio Marino anche l’assessore alla Cultura della Regione Lazio Lidia Ravera che, auspicando un’estensione del Romaeuropa a tutto il territorio laziale, ha sottolineato che in questo momento storico “un intero mondo altro e ferito si sta riversando nel nostro, sta travolgendo frontiere ed egoismi. Ci sta imponendo un obbligo di accoglienza”. In questo contesto, spiega l’esponente della giunta Zingaretti, “soltanto l’arte può assumersi il rischio di aprire alle altre culture. Il teatro la musica, la danza, possono registrare i nuovi assetti o intuirli con la preveggenza degli strumenti creativi. Romaeuropa anche quest’anno non ci farà mancare riflessione, approfondimento, suggestione, poesia”.

“L’arte ha sempre avuto la grande capacita’ di raccontarci il nostro tempo, di essere un po’ un barometro, e di conseguenza parlare delle grande questioni”, spiega Fabrizio Grifasi, direttore generale del Festival, che continua: “Romaeuropa affronta questi temi, ovviamente attraverso le creazioni degli artisti. Per esempio Fabrizio Cassolo, grande compositore italiano, farà un concerto con i musicisti e con i musicisti del mondo arabo. In questo incontro di culture c’e’ il rapporto dell’arte con il nostro tempo”.