Il Leone d’oro vola in Svezia, doppio premio all’Italia

[cml_media_alt id='2818']leone d'oro[/cml_media_alt]Finale con sorpresa per la 71esima edizione del festival del Cinema di Venezia. La Giuria, presieduta da Alexandre Desplat e composta da Joan Chen, Philip Groening, Jessica Hausner, Jhumpa Lahiri, Sandy Powell, Tim Roth, Elia Suleiman e Carlo Verdone, dopo aver visionato tutti i 20 film in concorso, ha deciso di assegnare il Leone d’Oro 2014 a “A pigeon sat on a branch reflectiong on existence” (Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza) di Roy Andersson, che narra di trenta piccole stazioni, di un viaggio fatto di incontri e situazioni inaspettate che offrono un punto di vista originale sulla società di oggi. Il bizzarro titolo del film di Andersson è ispirato a un dettaglio di un famoso quadro del pittore fiammingo Pieter Bruegel Il Vecchio, “Cacciatori nella neve”, e fa riferimento alla stranezza dei comportamenti umani, quando sono osservati da una prospettiva distaccata e aliena, come e può essere appunto lo sguardo di un piccione che scruta la nostra specie.

La scelta del massimo riconoscimento del Festival al film del regista svedese ha diviso critici e cronisti, e nel momento dell’annuncio in sala stampa ci sono stati sia applausi che fischi. Dal palco il regista svedese ha citato De Sica e il suo “Ladri di biciclette” che lo ha profondamente ispirato: “Non sarei un regista se non avessi visto quel film”.

La Coppa Volpi femminile rimane all’Italia. Dopo il premio a Elena Cotta, lo scorso anno, per “Via Castellana Bandiera” di Emma Dante, il riconoscimento alla miglior attrice va ad Alba Rohrwacher per “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo. In realtà per l’unico film italiano nel palmares è andato un doppio premio, Hungry Hearts infatti ha ottenuto anche la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile per Adam Driver.

Nella sezione Orizzonti, la cui giuria era guidata dalla regista cinese di Hong Kong Ann Hui, è stato premiato “Belluscone. Una storia siciliana” di Franco Maresco. Un film che, con stile ironico e dissacrante, sbircia nel bizzarro girone dei sostenitori di Berlusconi.

Il Gran Premio della giuria è stato assegnato invece a un documentario, durissimo e potente, “The Look of Silence” del regista americano Joshua Oppenheimer sull’eccidio in Indonesia, le purghe anticomuniste del 1965.