Il cinema ricorda Vittorio De Sica a 40 anni dalla scomparsa

Il 13 novembre del 1974 moriva il padre del Neorealismo, colonna portante del cinema italiano. La sua carriera inizia sul palcoscenico del teatro, raggiunge il set cinematografico dove spopola come divo nella commedia all’italiana, e matura dietro la telecamera, come regista interprete dei problemi sociali contemporanei e dell’atmosfera dura del dopo guerra. Due le qualità che lo resero celebre e unico: da una parte riuscì a creare capolavori neorealisti prendendo le distanze dal linguaggio tipico del cinema hollywoodiano del tempo, dall’altra era capace di divertire il pubblico con la splendida commedia all’italiana. Attrici del calibro di Sophia Loren e Anna Magnani hanno collaborato con lui. Tra i suoi inseparabili amici spicca Cesare Zavattinni, anche lui una delle figure più significative del Novecento. Insieme a Rossellini De Sica portò il cinema alle soglie di una nuova stagione (“Ladri di biciclette” per De Sica e “Roma città aperta” del collega, nel 1947).

Scomodò la politica con il film “Umberto D” del 1952 la cui visione infastidì l’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giulio Andreotti. Una polemica divenuta celebre in cui il regista difendeva le sue opere, raccontando la vita dura e spesso tragica del Paese, dall’altra Andreotti ribatteva dichiarando necessario difendere il “decoro della nazione”. Fu il cinema di De Sica a regalare all’Italia i primi Oscar e a farlo diventare il regista più amato del bel paese.
Sky Cinema Classic Hd ha deciso di ricordarlo con una maratona di film. Si comincia con “Ieri, Oggi, Domani” del 1965, poi “Il giardino dei Finzi Contini”, e infine “Racconti Romani”.

Ci piace ricordarlo come un’uomo col sorriso sulle labbra, sempre pronto a ridere, anche di sé stesso, con una vita privata un po’ turbolenta ma accompagnata sempre da riconoscimenti e apprezzamenti per la sua spontaneità e capacità di leggere la realtà. Il grande Vittorio si spense a 73 anni, dopo aver subito un intervento chirurgico per curare un tumore ai polmoni di cui soffriva. Oggi riposa al cimitero monumentale del Verano a Roma.