Facebook sbarca al cinema con la società Oculus VR

Il social network più famoso al mondo arriva al cinema: Oculus Vr, società comprata lo scorso anno da Mark Zuckerberg, che produce i visori Oculus Rift per immetersi nella realtà aumentata, e leader in questo ambito della tecnologia, annuncia una divisione chiamata “Story Studios”, che produrrà film basati sulla reltà virtuale.

Dopo l’acquisizione di WhatsApp per 19 miliardi di dollari e quella del tempio del “selfie” Instagram, il fondatore di Facebook ha infatti esteso, un anno fa, la sua egemonia anche su Oculus VR, spendendo 2 miliardi di dollari. Sarà una vera e propria produzione dedicata ad una nuova forma di film che promette di dare un senso del tutto nuovo alla frase “andare al cinema”: Oculus Story Studios ha presentato lunedì la sua prima produzione, un cortometraggio animato di cinque minuti chiamato “Lost”, al Sundance Film Festival nello Utah.

In Lost lo spettatore, armato di caschetto, dal ruolo passivo si immerge nell’ambiente virtuale: catapultato in un bosco pieno di sorprese da cercare con lo sguardo, esplora a 360 gradi muovendo la testa, si volta sentendo un rumore, è accompagnato nella visione da una lucciola che interagisce con i suoi movimenti e lo aiuta a seguire il racconto. Il cortometraggio punta a mostrare le potenzialità della realtà virtuale e la sua applicazione al linguaggio cinematografico e a una forma narrativa studiata con precisione.

Quello di Oculus VR è solo l’ultimo esempio dell’ingresso della tecnologia nel cinema: il colosso dell’e-commerce Amazon, fresco di Golden Globe per Transparent e dell’arruolamento di Woody Allen per girare una serie tv, ha annunciato che produrrà 12 film all’anno, da distribuire nelle sale oltre che sulla sua piattaforma in abbonamento “Prime”.

I dubbi rimangono comunque tanti: dubbi pratici, come quello sulla durata di un esperienza simile, o anche sulla possibilità di poter diffondere questi costosi visori in una tipica sala cinematografica. Infatti Oculus Rift nasce come strumento per utilizzo privato, diremo quasi “casalingo”, e quindi questa nuova tipologia di film potrebbe rimanere confinato nei saloni delle case.