“Dopo Carosello, tutti a nanna”: la storica trasmissione festeggia un doppio anniversario

Solo ascoltando la sua storica sigla è possibile compiere un balzo indietro nel tempo. Avere la possibilità poi, grazie alle enormi potenzialità della rete, di rivedere e rivivere i suoi divertenti spot, può costituire un’emozione unica. Ma niente può essere paragonabile al ricordo, conservato gelosamente nella memoria di ogni quasi sessantenne di oggi, di ciò che il programma “Carosello” ha rappresentato per i bambini italiani, dall’inizio degli anni 60 fin quasi agli albori degli 80: un momento di convivialità familiare, di unità, di condivisione, prima del canonico “tutti a nanna” delle 20.30. La serie di spot pubblicitari, accompagnati da quei personaggi animati ormai entrati di diritto nell’immaginario popolare (come non ricordare il pulcino Calimero o il gigante amico del Mulino Bianco, con il cattivone Jo-Condor?) è diventata, nel tempo, una vera e propria icona popolare, in grado di suscitare aneddoti e risate durante e dopo la sua trasmissione.

E oggi, con l’inizio del nuovo anno, la storica trasmissione festeggia non uno, ma ben due anniversari: sono infatti trascorsi 60 anni (era il 1957) dalla prima messa in onda, mentre altri 40 ne sono passati dalla sua definitiva chiusura (1977), non considerando la riproposizione “Carosello reloaded” trasmessa sugli schermi nel 2014. No, di quella nessuno può avere lo stesso ricordo, forse perché la magia di “Carosello” era legata al suo contesto storico, al ruolo giocato dalla tv nelle case dell’epoca, all’attesa adunata di tutti i bambini davanti alla “scatola” per ascoltare e, soprattutto, vedere le storie animate che caratterizzavano le pubblicità. E poco importava se reclamizzassero della carne, dei detersivi o dei biscotti: era la storia che contava, le varie “puntate” dei protagonisti, dall’indomito Gringo con il suo avversario Black Jack, alle avventure di Salomone, il pirata pacioccone, col suo marcato accento piemontese, passando per la “tacabanda” o il buon Miguel, che attendeva sonnecchiando l’arrivo del “merendero”.

E pensare che, quando fu concepito, tutto ci si sarebbe aspettato tranne che Carosello si trasformasse in un parte indelebile del nostro costume. Il programma, infatti, fu ideato per sopperire al divieto di trasmettere pubblicità durante le trasmissioni televisive, di fatto creandone una appositamente per questo scopo, destinata però al coinvolgimento di un pubblico completo, dagli adulti (interessati alle varie proposte d’acquisto) ai bambini (attratti dalle divertenti narrazioni animate). Un format di grande efficacia, composto da due minuti per ogni spot, solo al termine dei quali veniva mostrato il prodotto, staccando nettamente il “pezzo” dal “codino” pubblicitario. Peraltro, a conferma della valenza via via assunta dal programma, le varie “réclame” vennero firmate da grandi registi dell’epoca, da Sergio Leone a Federico Fellini, impiegando testimonial d’eccezione particolarmente noti, come i Brutos (i quali riscossero un enorme successo con la reclamizzazione della cera “Grey”), Carlo Dapporto e tantissimi altri.

Vent’anni di immutato successo, dunque, al termine dei quali sarebbe cambiata anche la stessa tv, poiché il 1977 coincide con l’avvento del colore: Carosello, pur facendosi da parte in favore di nuove esigenze di spettacolo, ha comunque lasciato un segno profondo, ritagliandosi sì un consistente spazio nella storia del piccolo schermo, ma anche, e soprattutto, nelle case e nei ricordi di una generazione e mezza di famiglie italiane.