Cultura in lutto: è morto Dario Fo, l’artista che cambiò il teatro

L’Italia perde uno dei più grandi interpreti della cultura del Novecento: è morto a 90 anni Dario Fo. Il drammaturgo, attore, regista, scrittore, pittore e scenografo, premiato con il Nobel per la letteratura nel 1997, si è spento nella sua Milano. Da circa due settimane soffriva di forti dolori alla schiena ed era anche stato anche ricoverato in ospedale. Da tre anni Fo era rimasto vedovo: Franca Rame, con cui aveva condiviso l’impegno artistico e politico, era scomparsa a 84 anni nel maggio 2013, dopo una vita insieme durata quasi sessant’anni.

“Con Dario Fo l’Italia perde uno dei grandi protagonisti del teatro, della cultura, della vita civile del nostro Paese – ha commentato il premier Matteo Renzi -. La sua satira, la ricerca, il lavoro sulla scena, la sua poliedrica attività artistica restano l’eredità di un grande italiano nel mondo. Ai suoi familiari il cordoglio mio personale e del governo italiano”.

Cordoglio anche da parte del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini. “Ci ha lasciato il Grande Dario Fo – ha tweetato-. Negli occhi ho ancora la sua gioia mentre descriveva ogni suo oggetto all’apertura del Museo Fo di Verona”.

Artista anticonformista per antonomasia, Fo nasce a Sangiano (Va) il 24 marzo 1926 in una famiglia intellettualmente vivace (il padre, Felice, era capostazione e attore in una compagnia amatoriale) e sin da piccolo si interessa della cultura popolare, ascoltando con grande interesse le favole raccontate dal nonno materno e le storie di viaggiatori e artigiani. Dopo l’8 settembre del 1943 si arruola come volontario nella Repubblica Sociale Italiana e viene destinato, prima, alla contraerea di Varese e successivamente ai paracadutisti del “Battaglione Azzurro” di Tradate. Del suo impegno al fianco della Rsi si è saputo, però, soltanto durante gli anni 70, quando Fo era già diventato un simbolo della sinistra. L’artista ha più volte spiegato che, pur senza aderire al fascismo, si era arruolato nell’unico esercito esistente, perché si sentiva “italiano”.

Compiuti gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, dal 1950 Fo inizia a lavorare per la Rai come attore e autore di testi satirici. È del 1952 la serie di suoi monologhi radiofonici intitolata Poer nano. Il 24 giugno 1954 sposa l’attrice e collega Franca Rame a Milano, nella basilica di Sant’Ambrogio. Poco dopo la coppia si trasferisce a Roma. Qui il 31 marzo 1955 nasce il loro figlio Jacopo. Sempre a Roma Fo, dal 1955 al 1958, lavora come soggettista per il cinema. Nel 1956 scrive e interpreta, insieme a Franco Parenti, un varietà per la radio intitolato “Non si vive di solo pane”, che lo stesso Fo ricorderà in seguito come un programma di grande successo.

Nel 1968 insieme a Franca Rame, Massimo de Vita, Vittorio Franceschi e Nanni Ricordi fonda il gruppo teatrale Nuova Scena, con l’obiettivo di ritornare alle origini popolari del teatro ed alla sua valenza sociale. Anche in questo caso, le rappresentazioni avvenivano in luoghi alternativi ai teatri ed a prezzo politico. Il 1º ottobre 1969, a La Spezia, Fo porta per la prima volta in scena, con grande successo, la “giullarata” Mistero buffo; egli, unico attore in scena, recita una fantasiosa rielaborazione di testi antichi in grammelot, traendone una satira tanto divertente quanto affilata. Il grammelot, linguaggio teatrale che si rifà alle improvvisazioni giullaresche e alla Commedia dell’arte, è costituito da suoni che imitano il ritmo e l’intonazione di uno o più idiomi reali con intenti parodici. Il linguaggio utilizzato è un mix di dialetti della Pianura Padana. Il coronamento della sua carriera artistica è il Premio Nobel per la letteratura, ottenuto nel 1997.

L’altra passione di Fo è stata però la politica. Insieme alla moglie fonda “Soccorso Rosso“, associazione che si schiera al fianco dei militanti di sinistra durante gli Anni di Piombo. Controversa la sua difesa di Giovanni Marini e Achille Lollo (rispettivamente condannati per gli omicidi del missino Carlo Falvella e per la Strage di Prima Valle). Il suo attivismo gli costa minacce ed episodi di violenza. Il più grave riguarda la moglie che nel 1973 viene sequestrata e stuprata da un gruppo di neofascisti. Negli ultimi anni si avvicina al Movimento 5 Stelle, di cui viene considerato una sorta di “Vate”. Non mancano però alcune critiche allo stesso Grillo, specie dopo il deludente esito delle Europee del 2014.