A TORINO SI APRE LA MOSTRA DI TAMARA DE LEMPICKA

Si svolge a Palazzo Chiablese, Torino, da oggi al 30 agosto 2015 la mostra di Tamara De Lempicka, curata da Gioia Mori. Un percorso tematico in 100 opere che presenta sia le opere più note dell’artista polacca, divenuta particolarmente celebre tra le due guerre mondiali. Divisa in sei sezioni tematiche, presenta sia i quadri più celebri sia alcuni esempi della produzione meno nota dell’artista, come le nature morte e i ritratti dedicati ai bambini, in particolare la figlia Kizette. Due rari filmati degli anni Trenta faranno muovere e rivivere l’artista negli spazi della mostra.

La curatrice, Gioia Mori:”Il suo successo non è qualcosa che abbiamo decretato noi nel 1980, quando nasce il suo fenomeno moderno. Negli Anni 20 e 30 del Novecento era già famosissima a livello globale. Per dare una misura della sua fama posso dire che quando ho cominciato a studiarla erano noti soltanto 180 articoli a proposito del suo lavoro, ora ne ho scoperti ben 3000 fino al 1972! Era un’artista di grande successo che non esponeva solo nei Salon di Parigi, ma anche al Carnegie Institute di Pittsburgh, per esempio, dove nel 1929 aveva vinto il premio del pubblico”.

“Si comincia -afferma la Mori- con la Natura morta perché il primo documento che abbiamo, del 1914, quando aveva 16 anni, era una rosa. Il suo inizialmente era realismo, poi si ispira all’arte fiamminga del ’600 e infine, negli Anni 40, arriva al trompe l’oeil: un percorso di ricerca all’interno del genere. Quindi si passa al tema dei bambini, e pensare che non è stata certo una madre esemplare: ebbe una bambina a 18 anni prima della rivoluzione russa, nel 1916, che finisce per crescere in collegio e il loro è stato un rapporto terribile fino alla fine, sebbene la figlia abbia posato per alcuni quadri celeberrimi in mostra come Gisette al balcone o la Comunicanda”.

Una vera sorpresa della mostra sono i quadri religiosi: “Si è una parte molto straniante. Tamara comincia ad esporre temi religiosi soltanto nel 1930, ma ci sono opere già nel 1922. Ebbe un’attenzione al tema della Vergine con il Bambino, alla figura della Madonna, che i critici del tempo ritenevano dipinte come icone. Nella parte più glamour della mostra, quella della moda, mi sono poi divertita moltissimo rintracciando i modelli originali dipinti nei quadri. Non mancano poi i gioielli perché aveva la mania di comprarsi un gioiello per ogni quadro venduto. Iniziò facendo l’illustratrice di moda d’altronde, aveva un legame strettissimo con quel mondo”.

La mostra vuole esprimere anche la ricchezza biografica di Tamara:”Ho voluto accentuare l’aspetto globale della sua personalità, dalla russia zarista va a Parigi, si muove tra Berlino, il Belgio, Praga, poi il passaggio negli Stati Uniti, e quello finale in Messico, focalizzando l’attenzione sulle case. Dal primo studio fuori Parigi dimesso, alla dimora di Hollywood firmata da Wallace Neff che disegnò molte ville dei divi a Los Angeles. Ho lavorato sulle fotografie di tutti gli interni, esponendo gli oggetti presenti nelle case, ma anche le nature morte e i ritratti che vi sono stati realizzati”.”Era ossessionata dall’essere spia bolscevica e tutti la credevano una mitomane. E invece ho trovato i documenti di un triangolo spionistico, ben tre spie l’hanno seguita a lungo! Un fotografo che le fece una serie di scatti, per esempio, un nobile russo immigrato in America, era una spia del Kgb: ha firmato il ritratto di Tamara del 1941 insieme a Dalí”.