Uova all’insetticida: trovati due campioni positivi

Due campionamenti di uova, prodotti derivati e alimenti che li contengono, sono risultati positivi al fipronil a completamento delle analisi effettuate ad oggi dagli Istituti Zooprofilattici su 114 del numero totale di campioni oggetto di monitoraggio in Italia e pervenuti. Lo riferisce il ministero della Salute, che in collaborazione con le autorità sanitarie regionali e il Comando Carabinieri per la tutela della salute ha proseguito nella scorsa settimana un’intensa attività di monitoraggio per la ricerca di eventuali contaminazioni da fipronil. Monitoraggio che riguarda uova, prodotti derivati e alimenti che li contengono sia di provenienza estera che nazionale. Le due positività sono state segnalate alle Regioni e Asl competenti territorialmente per ulteriori accertamenti sulla fonte di contaminazione e l’adozione, di conseguenza, “di eventuali provvedimenti restrittivi”. Ad oggi – riferisce ancora il dicastero della Salute – sono stati effettuati dai Nas 42 campionamenti su prodotti trasformati contenenti uova o derivati, prelevati nei negozi e supermercati su disposizione del Ministero del 14 agosto scorso; 181 campionamenti dalle Regioni, nell’ambito del Piano di ricerca su pollame, uova, derivati disposto dal Ministero l’11 agosto; 60 campionamenti dagli Uffici periferici del Ministero della salute per gli adempimenti comunitari (UVAC), per merci provenienti dai Paesi interessati dall’allerta fipronil.

Un insetticida “blando”

Ma cos’è il fipronil? Si tratta di un insetticida, il fluocianobenpirazolo, ad ampio spettro che viene usato prevalentemente come antipulci, ed è un veleno a lenta attività d’azione con un sorta di effetto a catena. Un insetticida volutamente blando, pensato per trasformare gli insetti contaminati in “untori” per tutta la loro colonia. In ogni caso è categoricamente vietato nei trattamenti anti-pulci di animali destinato al consumo umano, perché secondo l’Oms è pericoloso per fegato, reni e tiroide. Se una persona viene esposta al fipronil a forti dosi si possono osservare ipereccitabilità, irritabilità, tremori e, ad uno stadio più grave, letargia e convulsioni. I sintomi sono reversibili, una volta terminata l’esposizione. La sostanza si assorbe lentamente attraverso l’intestino; per ridurre l’assorbimento i medici consigliano di usare una lavanda gastrica, un purgante salino o carbone attivo. Non e’ noto un antidoto specifico. In ogni caso si parla di alte dosi: non dovrebbe essere il caso dell’attuale scandalo alimentare, ma di certo sarebbe meglio evitare.

Due casi in Italia

Inizialmente, era stato smentito un possibile coinvolgimento di uova italiane non sono state toccate dalla contaminazione e dunque non si corre alcun rischio. Due campioni positivi ai controlli sono stati infatti trovati in un centro di imballaggio di Ancona e in un laboratorio artigianale di pasta nel Lazio. I relativi lotti sono stati immediatamente ritirati. Coldiretti sottolinea che sulle uova è presente l’indicazione di origine su ogni guscio anche se è necessario migliorarne la visibilità scrivendo chiaramente per esteso, anche sulle confezioni e sui cartoni, da dove arrivano. Sul guscio delle uova di gallina – spiega la Coldiretti – c’è un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice ISTAT del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore. A queste informazioni si aggiungono quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o per quello industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (XL, L, M, S). Gli italiani – conclude la Coldiretti – consumano in media circa 215 uova a testa all’anno, di cui 140 tal quali mentre le restanti sotto forma di pasta, dolci ed altre preparazioni alimentari.

Coldiretti chiede trasparenza

Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo dal Meeting di Rimini chiede di fare i nomi delle aziende coinvolte, pubblicare come in Francia subito l’elenco dei prodotti coinvolti e togliere il segreto sulla destinazione finale di tutti i prodotti alimentari importati rendendo finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero.