Tragedia nel Cilento, Simon Gautier è morto

E'inita la speranza, quando i soccorritori che, da nove giorni, cercavano Simon Gautier, il giovane escursionista francese scomparso tra i boschi della macchia mediterranea del Parco nazionale del Cilento, hanno individuato il suo corpo privo di vita in un crepaccio. Si chiude così nel modo più tragico la ricerca dello studente appassionato di trekking estremo anche se, già nelle ultime ore, la situazione si era fatta sempre più critica, visti i tanti giorni trascorsi dalla sparizione senza viveri, senza modo di comunicare e con le alte temperature di questo periodo. In una telefonata al 118 di venerdì 9 agosto, l’ultima volta che ha dato sue notizie, l’escursionista aveva detto di aver perso il sentiero che da Policastro porta Napoli e di essere caduto in una scarpata forse riportando delle fratture alle gambe. Con voce allarmata e preoccupata, chiedeva che lo andassero a prendere. Le ricerche sono proseguite per una settimana per terra, mare e aria con elicotteri e droni. A dare una mano si sono aggiunti, come volontari, cacciatori e pastori della zona oltre a un gruppo di amici francesi di Simon, critici verso le tempestività delle ricerche e sulla quantità di uomini impiegati.

Viaggiatore

Simon, studente francese di 27 anni che si trovava a Roma da due per un dottorato in Storia dell’arte, era un ambientalista e un amante dei viaggi in solitaria. I 143 chilometri quadrati di natura del Parco del Cilento devono essere stati una tentazione irresistibile. Zaino in spalla, voleva attraversarli partendo da quella punta di Campania che si tocca con la Basilicata e la Calabria per arrivare al capoluogo. Dai rilievi d’indagine più recenti, il giovane escursionista sarebbe arrivato in treno a Policastro Bussentino, sul Golfo di Policastro, giovedì 8 agosto, intorno alle 16. Con indosso una t-shirt nera e zaino, lo raccontano le immagini delle telecamere comunali, è andato a comprare delle bottigliette d’acqua, sparendo dai radar alle 16:44. Avrebbe trascorso la notte in spiaggia, scrive la cronaca di Napoli di La Repubblica citando gli inquirenti. Mentre il Corriere della Sera aggiunge, a supporto di questa ipotesi, che delle persone avrebbero raccontato di averlo visto sul bagnasciuga.

In cammino

Lasciata Policastro la mattina presto, Simon sarebbe arrivato fino a Scario, una frazione del comune di San Giovanni a Piro, e da lì avrebbe imboccato il Sentiero della Molara che conduce al parco, poco tracciato dalla scarsa segnaletica, tra gli ontani napoletani e la ginestra del Cilento. “Vedo il mare e non so dove mi trovo”, aveva detto al telefono il ragazzo. Scrive il Fatto quotidiano che il ragazzo ha contattato anche i carabinieri di Sapri, prima che il suo cellulare smettesse di dare segni di vita. Gli ostacoli al suo ritrovamento sono tanti, l’intera area copre 143 chilometri quadrati e il terreno è impervio. Per le sue ricerche sono state impegnate circa 100 unità tra carabinieri, vigili del fuoco, Soccorso alpino e droni, via terra, unità cinofile di cani molecolari, delle squadre il nucleo Speleologico-archeologico-fluviale (Saf) che si fanno strada tra la fitta vegetazione nella zona scelta per la perlustrazione: dalle pendici del monte Bulgheria alla Baia degli Infreschi. Parallelamente, la Guardia costiera con le sue motovedette batte il litorale campano. Oltre agli operatori, si sono fatti avanti tanti cacciatori, pastori, guide turistiche che conoscono bene il territorio.

Le polemiche

Gli amici di Simon sono stati critici col sistema dei soccorsi: “Sono partiti troppo tardi”. Il primo elicottero è partito alla ricerca del ragazzo 28 ore dopo la sua segnalazione. Mentre i carabinieri non sono riusciti a localizzarlo tramite il telefonino. Scrive sempre il Fatto quotidiano che i alcuni reparti dell’Arma dispongono di software in grado di scambiarsi informazioni con i satelliti per poter calcolare con precisione la geolocalizzazione di uno smartphone fino a otto ore dallo spegnimento.

La madre e gli amici

La madre di Simon, Delphine Godard, è a Policastro da mercoledì 14 agosto e ha sempre coltivato la speranza di riabbracciarlo, evitando le polemiche e cercando di infondere fiducia. Il gruppo di venti amici del ragazzo, arrivato dalla Francia per dare una mano nelle ricerche, è di diverso avviso. Secondo loro c’è stata una risposta troppa lenta da parte delle autorità italiane che non avrebbero nemmeno messo in campo abbastanza mezzi. Loro intanto, guidati dal migliore amico di  Simon Thomas Marsal, lo hanno cercato in proprio in un posto che non conoscono. Il Corriere riporta delle dichiarazioni di Marsal: “Abbiamo incominciato ricerche autonome. Ma nessuno di noi conosce la zona. Cerchiamo di individuare i sentieri che lui può avere percorso. È molto pericoloso, ma ce la stiamo mettendo tutta. Siamo certi che sia ancora vivo; ma qui fa un caldo terribile. Quanto potrà resistere?”. Per domenica 18 agosto è stata organizzata dalla Pro loco e dalla parrocchia una veglia di preghiera nella piazza dell’Immacolata di Scario alle 19. Nelle scorse ore, anche l’ambasciatore francese in Italia Christian Masset si era recato sul luogo della scomparsa.