Sequestrati beni alle cosche, c'è anche una sala bingo

Una maxi operazione della Guardia di finanza, dei carabinieri e della Dia di reggio Calabria ha portato a un di sequestro di beni mobili ed immobili per un valore di duecento milioni di euro riconducibili a quattro imprenditori reggini accusati di far parte delle cosche della Ndrangheta locale. L’operazione è coordinata dalla Direzione investigativa antimafia, dallo Sco della Guardia di finanza ed è diretta dal Procuratore capo Giovanni Bombardieri.

Operazione Monopoli

Gli imprenditori sarebbero – scrive gazzettadelsud.it – Michele e Giuseppe Surace, Andrea Giordano e Carmelo Ficara. I quattro erano già stati arrestati nell'aprile del 2018 e indicati come contigui alle più importanti cosche di 'ndrangheta della città, furono coinvolti all'epoca nell'operazione denominata “Monopoli” con l'accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni ed autoriciclaggio. L’inchiesta, avviata nel febbraio 2017 dai militari del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Reggio Calabria, ha fatto luce su un sistema di collegamenti criminali, coltivati da imprenditori reggini che, sfruttando l’appoggio delle coschecittadine, erano riusciti ad accumulare, in modo illecito, enormi profitti prontamente riciclati in fiorenti e diversificate attività commerciali. In particolare, le indagini avrebbero dimostrato che Andrea Giordano e Michele Surace, aiutato dal figlio Giuseppe, sfruttando l'appoggio delle cosche, fossero riusciti ad accumulare milioni di euro poi riciclati attraverso diverse attività commerciali – tra le quali l'unica sala bingo di Reggio – attività gestita in regime di monopolioin virtù di precisi accordi stipulati con esponenti apicali della famiglia Teganodi Archi – nonché reimpiegando grosse quantità di denaro per lo più nel settore edile, grazie alla costituzione di svariate società fittiziamente intestate a prestanome.