Scontri in Val Susa, 20 denunciati

Non avrebbe potuto non avere conseguenze l'ultima turbolenta notte in Val Susa. Dove circa 200 manifestanti, dopo essersi concentrati nel campo sportivo di Giaglione, hanno raggiunto in corteo, attraverso il sentiero Gallo Romano, la cancellata metallica rinforzata violando l'ordinanza interdittiva del Prefetto di Torino. Poi un falò con fiamme alte quattro metri, il tentativo di forzare una cancellata, il lancio di grossi petardi e razzi di segnalazione nautica contro le forze dell'ordine. È stato il culmine della manisfestazione di ieri sera che ha fatto scattare 20 denunce per aver violato l'ordinanza della prefettura e per il reato di accensioni pericolose. Ma non finisce qui perché la Digos servendosi anche delle immagini delle telecamere nascoste nella zona, sta svolgendo le indagini, per individuare gli autori del lancio di petardi e razzi contro le forze dell'ordine. Una simpatizzante No Tav proveniente da Catania e un esponente del centro sociale torinese Askatasuna saranno denunciati per non avere rispettato il foglio di via dal comune di Giaglione di cui erano destinatari.  

Il commento di Salvini

“Chi attacca la polizia e il cantiere della Tav in Val Susa attacca tutta l'Italia: le divise sono il simbolo di chi difende la sicurezza dei cittadini perbene, l'alta Velocità è l'emblema di un paese che vuole andare avanti e non indietro”, ha commentato il ministro dell'Interno Matteo Salvini dopo l'azione No Tav. “Nessuna tolleranza per i criminali – aggiunge – mi aspetto condanne inequivocabili da tutti gli schieramenti politici. Basta ambiguità: ora controlli a tappeto, arresti e accelerazione dei lavori”. Non sarà facile dato che la Tav rappresenta uno dei nodi più intrecciati nelle relazione fra Lega e Movimento 5 stelle che da sempre si dichiara contrario alla realizzazione dell'opera. Come ha avuto modo di dimostrare in più occasioni l'altro vicepremier Luigi Di Maio.