Sbarchi: colpo al racket degli scafisti, 11 arresti in Italia

Schiavisti e assassini. La Polizia di Stato ha arrestato 11 persone, tutte di nazionalità eritrea dedicata al traffico di migranti. L’operazione “Tokhla”contro l’organizzazione criminale è stata seguita nelle città di Catania, Milano, Roma e Trapani, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravati dal carattere transnazionale del sodalizio criminale. Un componente del gruppo Maesho Tesfamariam, che aveva trovato rifugio nella città di Muncheberg, in Germania, è stato tratto in arresto in collaborazione con la polizia federale tedesca. Il suo nome era emerso dalle dichiarazioni delle vittime del naufragio che tentavano di contattarlo per avere notizie dei propri congiunti. Liberati nove bambini eritrei tenuti prigionieri in uno scantinato a Catania.

Le indagini condotte dallo Sco, servizio centrale operativo e dalle squadre mobili di diverse città hanno consentito di ricostruire la struttura organizzativa e le dinamiche criminali del network criminale composto da cittadini eritrei, che ha favorito, traendone ingenti profitti economici, l’immigrazione illegale di alcune migliaia di connazionali.

Il gruppo criminale, era organizzato in diverse cellule, presenti nei Paesi africani ed europei. I criminali avevano basi in Libia, Eritrea Ciad. In Europa cellule di schiavisti in Italia, Germania e Paesi nordici. Il gruppo contattava i migranti interessati ad entrare clandestinamente in Europa, organizzando tutte le fasi del loro trasferimento dai villaggi di origine fino alle destinazioni finali che, prevalentemente, erano nel Nord Europa. L’inchiesta ha permesso di scoprire con certezza la responsabilità dell’organizzazione di negrerieri in alcuni dei naufragi avvenuti in questi ultimi mesi.

Tra testimonianze e altre prove ci sono gravi elementi che indicano il convoglimento degli schiavisti eritrei coinvolti in 2 affondamenti avvenuti, al largo delle coste libiche, il 13 maggio e il 28 giugno scorsi, a seguito dei quali sarebbero morti circa 300 migranti Tra maggio e settembre 2014 l’associazione criminale ha organizzato almeno 23 viaggi verso le coste italiane. Il procuratore di Ctania, Giovanni Salvi, ha spiegato: “Dalle indagini è emerso che gli organizzatori delle traversate mettono deliberatamente i migranti in condizioni di pericolo al fine di obbligare le autorità italiane ad intervenire in soccorso e diminuire i costi dell’organizzazione ed evitare anche il problema dell’accoglienza. Per questo è molto importante colpire queste organizzazioni”.