RUSSIA, IL REGISTA SENTSOV CONDANNATO PER TERRORISMO A 20 ANNI

E’ stato condannato a 20 anni il regista ucraino Oleg Sentsov, 39 anni, accusato di aver preparato atti di sabotaggio e terrorismo in Crimea, dopo l’annessione russa. L’accusa aveva chiesto 23 anni. A favore di Sentsov, che si era proclamato vittima di un processo politico, si era mobilitato il mondo della cultura, anche internazionale.

La sentenza è stata letta a Rostov sul Don dalla corte militare del distretto del Caucaso del Nord, che ha condannato a 10 anni di reclusione anche un altro imputato, Aleksandr Kolcenko. Con il regista erano stati arrestati nel maggio 2014, con le stesse accuse, anche Oleksiy Chyrniy e Ghennadi Afanasiev, già condannati in precedenza a sette anni di reclusione. Il gruppo, secondo gli inquirenti, avrebbe dato fuoco alla sede locale del partito putiniano Russia Unita a Sinferopoli e alla sede dell’organizzazione filorussa “Comunità russa di Crimea”, oltre ad aver pianificato di far saltare in aria una statua di Lenin e di distruggere un memoriale con la fiamma perenne, sempre nella capitale della penisola sul Mar Nero.

Oltre a Sentsov e ai suoi compagni, sarebbero almeno una decina i cittadini ucraini detenuti in Russia con accuse che vanno dal terrorismo allo spionaggio, da quando nel febbraio 2014 la rivolta del Maidan portò alla fuga dell’allora presidente Viktor Ianukovich. Tra gli imputati ucraini “eccellenti” sotto processo Nadia Savcenko, la “top gun” accusata di aver fornito al proprio esercito le coordinate per i tiri di mortaio che nel giugno 2014 uccisero due giornalisti russi nel Donbass, nel pieno del conflitto tra Kiev e i separatisti.