Repubblica Ceca, in migliaia in piazza contro il presidente Zeman

Si è trasformata in protesta contro il presidente della Repubblica Ceca Milos Zeman la manifestazione di migliaia di cittadini nel centro di Praga in occasione del 25esimo anniversario della Rivoluzione di velluto. I dimostranti hanno sollevato simbolicamente migliaia di cartellini rossi, diretti al presidente, di cui chiedono le dimissioni contestandogli di avere sminuito l’importanza dei diritti umani, di avere assunto una posizione pro Russia a proposito del conflitto in Ucraina, di avere sminuito l’uso brutale della forza fatto 25 anni fa dalla polizia proprio durante la Rivoluzione di velluto, nonché di avere recentemente utilizzato un termine eccessivamente volgare spiegando nel corso di una trasmissione radiofonica perché non considera le Pussy riot dei prigionieri politici, nonostante abbiano trascorso un periodo nei campi di prigionia russi con l’accusa di teppismo.

Il 17 novembre del 1989, ispirandosi a discorsi tenuti nel campus universitario, migliaia di studenti marciarono nel centro di Praga verso piazza Venceslao e, al calare della sera, la polizia intervenne con la repressione picchiando i manifestanti. Era l’avvio della Rivoluzione di velluto, che arrivava a una settimana dalla caduta del Muro di Berlino e poi portò al crollo del comunismo. Centinaia di persone rimasero ferite, ma gli studenti andarono avanti con la protesta e il numero dei partecipanti crebbe, tanto che il 29 dicembre Vaclav Havel, leader dell’opposizione ed ex dissidente, diventò il primo presidente democraticamente eletto da mezzo secolo. Sotto la sua leadership il Paese divenne esemplare per il rispetto dei diritti umani, e molti cittadini ritengono che Zeman abbia tradito quell’eredità. La manifestazione di oggi si è svolta proprio nella strada nel centro di Praga in cui il 17 novembre di 25 anni fa la polizia represse l’avvio della rivolta.