Open Arms, la polizia nella sede della Guardia Costiera

Potrebbe essere oggi la giornata di svolta per la situazione della Open Arms, oramai al sedicesimo giorno di stallo nelle acque del Mediterraneo con 134 migranti rimasti a bordo. La Polizia, infatti, è arrivata nella sede della Guardia Costiera. La Procura ha acquisito dei documenti che sono adesso al vaglio del procuratore aggiunto Salvatore Vella. Tra gli incartamenti anche la comunicazione con cui il centro di ricerca e soccorso di Roma scrive, chiedendo una risposta urgente, al ministero dell'Interno sostenendo che “non vi siano impedimenti di sorta”, allo sbarco. La Procura è al lavoro su diversi fronti e non è escluso che nelle prossime ore ci sia un'ispezione sulla Open Arms. Oltre al fascicolo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ieri è stata aperta – dopo la denuncia dei legali del'Ong anche un'inchiesta, a carico di ignoti, per sequestro di persona

Nuove visite mediche a bordo?

Nel frattempo, la Procura di agrigento sta valutanto l'ipotesi di far effettuare da medici di parte nuovi esami sui migranti che si trovano a bordo della Open Arms. La decisione, secondo quanto riportato dall'Ansa, avrebbe come obiettivo quello di fare luce sulle condizioni di salute dei migranti a bordo dopo le valutazioni discordanti dei medici che li hanno visitati finora. I pm hanno inoltre dato delega di indagine alla Guardia Costiera sul fascicolo aperto per sequestro di persona e hanno acquisito tutti i referti medici. Inoltre, agenti di polizia si sono recati, ieri, nel poliambulatorio di Lampedusa per sentire il responsabile Francesco Cascio. Il medico che non si trova sull'isola, sarà ascoltato probabilmente a breve o al suo rientro a Lampedusa, la prossima settimana. Cascio, nella giornata di ieri, ha sostenuto che i tredici migranti fatti sbarcare per motivi di salute dalla open Arms erano in buone condizioni di salute come refertato dal suo staff medico, salvo uno di loro che presentava un'otite. Tutti i migranti sono stati poi trasferiti direttamente nell'hotspot dell'isola.

Salvini: “Io non mollo”

La situazione della Open Arms continua ad essere oggetto di dibattito anche sulle piattaforme social, in particolare Twitter, dove il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha scritto: “In sedici giorni sareste tranquillamente arrivati a casa vostra in Spagna. Quella delle Ong è una battaglia politica, non certo umanitaria, giocata sulla pelle degli immigrati. Vergogna. Io non mollo”. Salvini, al suo messaggio, ha allegato un post con cui Open Arms stigmatizza il fatto che dopo 16 giorni non è stata ancora trovata una soluzione”. 

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L'appello di David Sassoli

“La situazione a bordo della nave è al limite del sopportabile”. Anche il neo presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, entra a gamba tesa in merito alle condizioni in cui attualmente versano i 134 migranti a bordo della nave Open Arms, dopo lo sbarco di quattro di loro per essere sottoposti a dei controlli medici. In una nota, Sassoli ha dichiarato di essere in contatto con la nave prospiciente il porto di Lampedusa, perché consapevoli di una “urgenza umanitaria” non più procrastinabile: “Oggi la mia segreteria è entrata in contatto con il Comandante della Open Arms – ha aggiunto Sassoli -, che ci ha descritto condizioni al limite del sopportabile. La situazione è diventata drammatica” ha ricordato il presidente dell'Europarlamento: “Le condizioni igieniche a bordo sono ormai precarie ed è necessario consentire immediatamente lo sbarco. Auspico che le autorità italiane capiscano la gravità e l'urgenza umanitaria a bordo della nave consentendo loro di entrare in porto oggi stesso”.

Situazione d'emergenza

Nel suo ultimo tweet, l'Ong spagnola Open Arms ha confermato la situazione di estrema emergenza nella quale sta versando l'imbarcazione. Nel corso della notte sono avvenuti quattro sbarchi per motivi sanitari e non si prospetta un miglioramento della situazione. Per questo, l'organizzazione ha richiesta un'evacuazione urgente e immediata per tutte le persone a bordo. Già ieri nei giorni scorsi era stato reso noto il rapporto stilato da un mediatore e uno psicologo dell'associazione umanitaria Emergency, da cui emerge chiaramente un contesto di “sofferenza psicologica, istinti suicidi e dissociazione” dei migranti. Come ha spiegato il presidente di Open Arms Italia, Riccardo Gatti, al quotidiano Il Corriere della Sera, le torture subite dai profughi nei campi libici, unite all'incertezza per futuro e al disagio presente, creano una situazione di forte disagio. Su queste premesse, l'Ong chiede a gran voce una risoluzione che si prefigga l'incolumità delle vite umane: “Le condizioni psicofisiche di adulti e minori sono critiche e la loro sicurezza è a rischio” specifica nel recente tweet.

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La decisione del Tar del Lazio

Proprio per la gravità delle condizioni, due giorni fa il Tar del Lazio ha disposto lo stop al divieto di attracco nel porto di Lampedusa che era stato diramato dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini. La posizione dei magistrati è stata caldeggiata anche dalla ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, “per solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza“. Secondo una nota, la ministra avrebbe anche diramato l'ordine alle navi della Marina Militare italiana si scortare la nave dell'Ong spagnola verso il porto siciliano. Chi non ci sta è il ministro Salvini, per il quale vige ancora la dura linea dei porti chiusi: “In tutto questo tempo sarebbero già andati e tornati in un porto spagnolo tre volte! Queste ong invece fanno solo battaglia politica, sulla pelle degli immigrati e contro il nostro Paese. Ma io non mollo” recita il tweet del ministro.

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L'inchiesta della Procura di Agrigento

Lo stato di immobilità dell'imbarcazione è oggetto di uno dei due esposti presentati dall'Associazione giuristi democratici alla procura di Agrigento che, nelle ultime ore, ha annunciato di aver aperto un'inchiesta contro ignoti per sequestro di persona e violenza privata. Secondo i giuristi, infatti, l'ordinanza del Tar andava rispettata. A ciò, inoltre, si aggiunge l'esposto di violenza privata e sequestro di persona. Toccherà adesso alla procura valutare se vi sono gli estremi per i reati ipotizzati e se vi sono soggetti da indagare.

L'appello di Sassoli all'Europa

Il presidente dell'Europarlamento aveva fatto già sentire la sua voce sul caso Open Arms. Circa dieci giorni fa, infatti, aveva scritto una lettera indirizzata al Presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, invitando le istituzioni europee a considerare seriamente la vita dei migranti in balìa del Mediterraneo: “In un momento in cui sembra prevalere l’egoismo possiamo solo fare fino in fondo il nostro dovere” aveva scritto Sassoli, chiedendo così una maggiore presa di coscienza del problema migranti. L'appello non è rimasto inascoltato. Già la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, accolta dal presidente del Consiglio dei minisitri italiano, Giuseppe Conte lo scorso 2 agosto, aveva annunciato una “revisione” del Trattato di Dublino, per provvedere a una più equa ripartizione dei migranti tenendo conto che Paesi come Italia e Grecia sono zone geograficamente più esposte di altre”.