Naufragio a Lampedusa, localizzati dodici corpi

E'adagiato sul fondo, a 60 metri della superficie, con alcuni di coloro considerati dispersi, compresi una mamma con il suo bambino, ancora abbracciati. E' una scena straziante quella che si è palesata ai sommozzatori della Guardia Costiera, che nelle scorse ore hanno individuato il barchino affondato lunedì scorsa a poca distanza dalla costa di Lampedusa. Erano 17 le persone ancora disperse, 12 di queste erano ancora lì, dentro o a ridosso di quell'imbarcazione nella quale avevano riposto le loro speranze. Potrebbero essercene altri lì attorno e i sistemi di monitoraggio della Capitaneria di porto sono già in azione per individuare i cinque che ancora mancano all'appello, adoperandosi nel frattempo per assicurare un recupero rapido dei corpi localizzati in fondo al mare.

Le ricerche

Si aggiunge un altro tragico tassello al naufragio del 7 ottobre scorso, che aveva finora messo sul conto dei morti in mare altre 13 persone, tutte giovani donne di origine ivoriana. Un disastro avvenuto a sole 6 miglia dalla costa italiana, quando il barchino, già senza benzina, si era ribaltato a seguito dei movimenti dei migranti a bordo che chiedevano aiuto, inabissandosi e trascinando con sé numerose persone. Solo una ventina i superstiti. Per gli altri, la Guardia Costiera non ha mai smesso di darsi da fare, impiegando uomini e mezzi nella ricerca del relitto e dei corpi deidispersi, ai quali dare la dignità dovuta: “Ci abbiamo creduto fino alla fine – ha detto il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella -. La Guardia costiera ci ha creduto e non ha mai mollato. Il barchino è stato individuato grazie a un sonar a quelle profondità i sommozzatori possono stare davvero pochi minuti”. Un lavoro favorito dallo stabilizzarsi delle condizioni meteorologiche che, dopo alcuni giorni di maltempo, sono tornate serene, permettendo ai soccorritori di tornare in mare e proseguire con le ricerche, concentrate sulla zona che, poi, si è rivelata essere quella dell'inabissamento.