Muore Allegri, l'atleta con la pallacanestro nel cuore

Lascia un grande vuoto, Alessio Allegri, soprannominato “Koeman”, come il difensore della nazionale di calcio olandese degli anni Novanta. Un vuoto, che è prima di tutto familiare, visto che la sua dipartita avviene negli stessi istanti in cui è imminente la nascita di suo figlio. Un dolore straziante, che sconfina nei campi da basket, laddove i suoi compagni di squadra e rivali hanno imparato a conoscerlo per il grande spessore morale, oltre che per quella capacità fisica che lo ha sempre contraddistinto. Ieri sera Allegri si è spento a Saronno, in provincia di Varese, dopo avere accusato un malore in gara domenica pomeriggio nel palazzetto sportivo di Rho, alle porte di Milano. Nella partita di Serie C Silver stavano giocando l'Osl Garbagnate e La Torre di Torre Boldone: durante il match, l'atleta ha cercato di richiamare l'attenzione dei compagni di squadra prima di accasciarsi a terra ed essere trasportato in ospedale. 

Atleta per sempre

Forte sul campo, Allegri non aveva mai voluto “tradire” l'Osl di Garbagnate sebbene, come ricorda ilnotiziario.net, avesse avuto richieste da squadre superiori in classifica. Il suo volto, a dispetto della giovialità, era temuto sui campi per i suoi tiri da tre. Sapeva essere un ottimo solista, ma era anche in squadra. Per questo è il suo Osl ad essere distrutto della scomparsa. E poi, era così appassionato della pallacanestro che insegnava lo sport ai più piccoli. Sui social sono in tanti a ricordarlo per la sua correttezza, dentro e fuori dal campo. A dimostrazione che, in fondo, i veri atleti lo restano sempre.