Maxi blitz antimafia a Siracusa: ecco tutte le accuse

I Carabinieri della Compagnia di Siracusa hanno eseguito stamani all'alba un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 24 indagati

Blitz antimafia in provincia di Siracusa. I Carabinieri della Compagnia di Siracusa hanno eseguito stamani all’alba un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catania, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia etnea a carico di 24 indagati. Tutti i soggetti sono residenti tra Siracusa, Floridia e Solarino. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti del tipo cocaina, marijuana ed hashish, associazione per delinquere finalizzata all’usura, tentata estorsione ed esercizio abusivo di attività finanziaria, tutte aggravate dal metodo mafioso. Effettuate numerose perquisizioni con i cani antidroga e di ricerca armi ed esplosivi. All’attività, eseguita da circa 100 militari del Comando provinciale di Siracusa, partecipano un elicottero dell’Arma e militari della Compagnia di intervento operativo del 12mo Reggimento Carabinieri ‘Sicilia’ di Palermo.

La banda del bronx

Due giorni fa, il pm della Procura distrettuale antimafia di Catania, al termine della sua requisitoria, ha chiesto ai giudici della Corte di Appello di confermare 14 delle 18 condanne in primo grado nei confronti degli imputati nell’ambito del processo Bronx. L’accusa è di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. La banda aveva il controllo del rione del Bronx, nella zona di Bosco Minniti, a nord di Siracusa, grazie all’uso di alcune vedette che segnalavano l’arrivo delle forze dell’ordine. Alcuni degli imputati, come svelato dalle forze dell’ordine, avrebbero avuto l’incarico di girare con gli scooter lungo il perimetro del Bronx per intercettare le auto delle forze dell’ordine. Inoltre, c’erano anche delle vedette in cima ai palazzi. Per entrare nel fortino, i militari hanno montato delle telecamere in punti strategici anche a notevole distanza dalle zone di spaccio. I filmati hanno consentito di comprendere in che modo la banda si era strutturata. Per gli inquirenti, il personaggio di spicco sarebbe Francesco “Cesco” Capodieci, condannato a 23 anni e 8 mesi di carcere.