Mafia, colpo al clan di Brancaccio: 25 arresti

Maxi colpo al clan mafioso di Brancaccio, noto quartiere tra la parte centrale e la sua periferia sud-est di Palermo. La squadra mobile palermitana guidata da Rodolfo Ruperti, ha arrestato 25 persone, accusate – a vario titolo – di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, incendio, trasferimento fraudolento di valori aggravato, autoriciclaggio, detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e contrabbando di tabacchi lavorati. Sequestrati beni per un milione di euro.

Operazione Maredolce2

Le indagini del maxi blitz, ribattezzato “Maredolce2“, hanno fatto luce su una delle famiglie chiave di Cosa nostra, quella di corso dei Mille i cui nuovi capi – dicono gli inquirenti – serebbero Fabio Scimò e Salvatore Testa, già condannati in passato per associazione mafiosa. La droga, il business delle slot machine, il controllo di alcune case di riposo, le immancabili estorsioni sono soltanto alcuni degli interessi perseguiti dagli affiliati e documentati dalle indagini dei poliziotti, coordinati dalla Dda della procura di Palermo. Anche i piccoli criminali agivano sotto l'autorità mafiosa. Il capomafia di Brancaccio, svelarono le indagini, era Pietro Tagliavia, rampollo di una storica famiglia di mafia coinvolta nelle stragi del ’92-’93. Lo Porto si occupava della gestione della cassa e della distribuzione delle “mensilità” alle famiglie dei carcerati. “Cosa nostra ha ripreso un ruolo nel traffico delle sostanze stupefacenti in maniera diretta o tramite mediazioni”, aveva detto il capo della squadra mobile palermitana Ruperti pochi giorni fa dopo l'operazione che aveva portato all'arresto di 19 persone: si trattava di una organizzazione criminale che riforniva tutta la Sicilia con ingenti quantità di droga proveniente dalla Calabria e dalla Campania.