L'autopsia: “Pamela uccisa da due coltellate”

Non è stata un'overdose a uccidere Pamela Mastropietro, la 18enne romana il cui corpo è stato ritrovato in pezzi il 30 gennaio scorso, occultato in due trolley nelle campagne di Pollenza, nel maceratese. La giovanissima donna, secondo quanto emerso dalle perizie medico legali e tossicologiche preliminari effettuate sui suoi resti, aveva sì assunto della droga ma sono stati “due colpi di arma da punta e taglio penetrati alla base del torace a destra quando la vittima era ancora in vita” a decretare la sua morte, sopraggiunta “nella tarda mattinata/primo pomeriggio (fino alle ore 17) del 30 gennaio”. Una versione, quella fornita dai medici legali, che smentisce quella di Innocent Oseghale, di nazionalità nigeriana e prima persona a essere arrestata in connessione al caso della morte di Pamela e che, finora, aveva sempre sostenuto che la ragazza fosse rimasta vittima di un eccesso di stupefacenti.

Gli indagati

L'omicidio della giovane si sarebbe consumato proprio nell'appartamento di Via Spalato 124, a Macerata, attraverso l'utilizzo di un'arma monotagliente penetrata con “due distinti attingimenti” fino al fegato. Sui resti, inoltre, è stata individuata un'altra lesione, anch'essa grave, una contusione alla tempia sinistra la quale, però, non avrebbe contribuito alla morte della ragazza. Al momento, con le accuse di omicidio, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere sono in carcere, oltre al 29enne Innocent Oseghale, residente nella mansarda dell'appartamento dove il delitto si è consumato, anche i connazionali Desmond Lucky (22), indicato da Oseghale come il pusher che ha venduto a Pamela la dose di eroina e Lucky Awelima (27) fermato alla Stazione di Milano Centrale mentre forse stava salendo su un treno (questi ultimi hanno chiesto la scarcerazione al Tribunale del riesame); una quarta persona, anch'essa di nazionalità nigeriana, è indagata a piede libero.

Altri dettagli

I tre, a ogni modo, sarebbero stati localizzati nella zona tramite i loro cellulari quel giorno e sarebbero 'collegati' tra loro da alcune telefonate. Saranno effettuati ulteriori esami del Ris dei carabinieri sulle impronte trovate nella casa e sugli indumenti; verranno inoltre tracciati i loro telefoni in modo da stabilire l'eventuale ruolo giocato dagli indagati. La perizia ha determinato anche la dinamica dello smembramento, eseguito in modo tale da non lasciare liquidi biologici. Nel frattempo, i medici legali hanno confermato l'assunzione di eroina da parte di Pamela, confermando però anche che la ragazza non è morta per gli effetti della droga.