Incendio domato, fra tre giorni i risultati dei test sull'aria

Domato l'incendio che la sera del 3 gennaio era divampato in un capannone in disuso a Corteolona e Genzone, nel pavese. È ”sotto controllo”, hanno dichiarato i Vigili del fuoco di Pavia che hanno lavorato ininterrottamente per tutta la notte e anche in mattinata. Il rogo non è del tutto terminato, perché ci sarebbero ancora alcuni focolai attivi, ma tecnicamente le fasi più importanti dell'opera di spegnimento sono state effettuate. Dopo che erano divampate le fiamme, si era creata una lunga colonna di fumo nero che aveva avvolto buona parte della Bassa Pavese, costringendo un centinaio di persone a evacuare da Cascina San Giuseppe. Nell'incendio sarebbero bruciati plastica, pneumatici e altri materiali di scarto e per questo c'è il rischio che si sia formata una nube tossica. Rimane, tuttavia, il sospetto di possibili inquinamenti ambientali e ha portato, nella notte, all'evacuazione di un centinaio di persone. A confermarlo, nella mattinata di giovedì 4 gennaio, i Vigili del fuoco di Pavia. Sul posto, situato tra Corteolona e Genzone, sono impegnati nello spegnimento una trentina di pompieri con un decina di mezzi dei comandi provinciali di Pavia, Milano e di alcune sedi di pompieri volontari della zona. Ieri sera, poco prima di mezzanotte, si è tenuto un vertice con i tecnici dell'Arpa regionale. Cento persone sono state evacuate, a scopo precauzionale, da Cascina San Giuseppe, una frazione del comune di Inverno e Monteleone (Pavia): e proprio in questa località l'Arpa ha posizionato un campionatore per monitorare la presenza di eventuali sostanze inquinanti, come diossina e idrocarburi.

Tre giorni per i test sull'aria

Un “tavolo tecnico” si è tenuto a Inverno e Monteleone, uno dei Comuni interessati dai fumi diffusi dall'incendio che ha coinvolto un capannone in disuso a Corteolona (Pavia). Il vertice si è tenuto alla presenza di un funzionario della Prefettura, dell'Ats, della Protezione civile e dell'Arpa dei Comuni coinvolti. La situazione venutasi a creare dopo l'incendio non evidenzierebbe gravi emergenze ambientali. Per avere la certezza di quali sostanze siano bruciate e quali siano ricadute al suolo si attendono i risultati dei campioni prelevati dall'Arpa nel territorio. I primi risultati ufficiali si dovrebbero avere per lunedì. Nel vertice è stato precisato che nella notte non è stato dato alcun ordine di evacuazione, ma che un centinaio di persone, accogliendo l'invito di alcuni funzionari dell'Arpa, si sono trasferiti da parenti.

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Wwf: “Nel Pavese il 'triangolo diossina” 

Secondo il Wwf, tra Mortara, Cortoleona e Parona, nel Pavese, “esiste un vero e proprio triangolo della diossina” in cui c'è un alto numero di imprese che lavorano nel settore dei rifiuti. Queste imprese operano con le modeste “verifiche di Via” (Valutazione Impatto Ambientale) che portano spesso a escludere, come nel caso di un recente incendio a Mortara, l'assoggettamento a Via per gli impianti che trattano rifiuti pericolosi in grandissima quantità. In seguito proprio all'incendio di Mortara, sviluppatosi tra il 5 e il 6 settembre, il Wwf ha chiesto un monitoraggio da parte dell'Ispra per verificare i livelli di inquinamento da diossina.

I sindaci: “Tenete chiuse porte e finestre”

In seguito all'incendio, il sindaco di Inverno e Monteleone, Enrico Vignati, ha ordinato ai cittadini residenti nelle zone circostanti (nello specifico Cascina San Giuseppe, Cascina Colombara e Cascine di Sotto) a restare in casa e a mantenere chiuse porte e finestre. Ma l'ordinanza riguarda anche le attività commerciali e industriali; inoltre, nel testo si precisa che “i prodotti ortofrutticoli derivanti dalla coltivazione dei terreni posti al di fuori della zona interessata ma in zone immediatamente prospicienti, dovranno essere sottoposti prima della consumazione ad accurato lavaggio in acqua corrente e potabile”. Inoltre, è stato imposto il divieto di pascolo degli animali e la diffida all'utilizzo di foraggi eventualmente esposti alla ricaduta da combustione. A bruciare potrebbero essere stati pneumatici e plastica. Stamani probabilmente si avranno gli esiti informali delle prime campionature dei nuclei Nbcr (Nucleare, batterico, chimico e radiologico) dei vigili del fuoco, in grado di rilevare la presenza dei principali inquinanti e veleni.

Indagini sul capanno

Il capanno risultava abbandonato anche se diversi residenti avrebbero assistito al viavai di camion al suo interno. Su quali materiali fossero custoditi all'interno non c'è ancora chiarezza: le preoccupazioni, appunto, riguardano la probabile presenza di sostanze tossiche all'interno della nube di fumo, dovuta alla combustione della plastica. Gli interventi dei Vigili del fuoco stanno richiedendo diverse ore, in una situazione che ricorda molto da vicino l'incendio alla Eco X di Pomezia, nel maggio scorso.

Rischio crollo

Il capannone, ora, è a rischio crollo. La lamiera di cui è composto il tetto, infatti, è stata sottoposta a un calore molto intenso per lungo tempo e questo, secondo i pomperi, potrebbe determinare, da un momento all'altro, il crollo di una parte della struttura. Ma se questo accadesse, il lavoro dei Vigili del fuoco potrebbe risultare più semplice perché riuscirebbero a entrare all'interno del capannone con un escavatore per smassare e poi bonificare più velocemente. 

Il monitoraggio Arpa degli inquinanti

La frazione di Inverno e Monteleone è stata quella investita in maniera più significativa dalla nube che si è sprigionata dalle fiamme. Proprio a Cascina San Giuseppe, l'Arpa ha posizionato il campionatore ad alto volume per il monitoraggio degli inquinanti, che consente di rilevare l'eventuale presenza di diossine e ipa (idrocarburi policiclici aromatici), potenzialmente cancerogeni. Nell'incendio sarebbero bruciati infatti plastica, pneumatici e altri materiali di scarto e per questo c'è il rischio che si sia formata una nube tossica.

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