Furto da 18 carati: rubato il gabinetto d'oro di Cattelan

Il water d'oro di Maurizio Cattelan sale nuovamente agli onori – o agli oneri – delle cronache. La celebre scultura d'oro massiccio a forma di toilette è stata rubata dal luogo dell'esposizione, il Blenheim Palace. Non si tratta di un'opera d'arte qualunque e soprattutto di una sede qualsiasi, ma della casa dove è nato lo storico primo ministro britannico Winston Churchill, ed è considerata Patrimonio dell'umanità. Il trafugamento del prezioso gabinetto, probabilmente realizzato da un banda di ladri e durato diverse ore, ha causato diversi danni sia nella stanza dove si trovava sia in quella adiacente. Il water era perfettamente funzionante e collegato alle tubature dell'edificio, nel furto queste si sono rotte provocando una perdita d'acqua. Il palazzo, chiuso per le riparazioni, sarà di nuovo aperto al pubblico domani.

Il furto

Poche volte con in questo caso vale il detto “le ultime parole famose”. Appena un mese fa un erede del grande politico inglese, Edward Spencer Churchill, aveva affermato riguardo l'opera: “Non sarà la cosa più facile da rubare”. Facilmente o no, è stata trafugata e secondo le autorità portata via dopo le 4:50 del mattino di sabato 14 settembre. Durante le indagini la polizia britannica ha arrestato un uomo di 66 anni, ma non ha rintracciato l'aurea scultura. Che era a disposizone dei visitatori e dei turisti, i quali potevano farne comodamente uso ma entro il termine tassativo di tre giri di lancette, per evitare la formazione delle file. Un'idea che non è stata apprezzata da tutto il mondo dell'arte, ma ha funzionato per la sua visibilità.

Provocazioni

Cattelan è un artista  concettuale italiano originale e controverso. Un'altra sua famosa installazione, per fare un esempio, è un imponente dito medio – “L.o.v.e” – esposto a piazza Affari a Milano di fronte a palazzo Mezzanotte, sede della Borsa meneghina. Il wc d'oro, con tanto di sedile da 18 carati, dal valore superiore al milione di euro, ha un titolo decisamente dissacrante, “America”. Esposta al Guggenheim di New York nel 2016, non mancò di destare scalpore. L'anno dopo il presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump, in visita, chiese in prestito alla curatrice del museo Nancy Spector un'opera di Vincent Van Gogh. Ma lei, provocatoriamente, gli offrì l'opera di Cattelan. Ad oggi, non risultano repliche ufficiali da Washington. L'autore in seguito ha precisato che non intendeva dare un significato specifico alla sua opera e che l'aveva ideata prima che il miliardario newyorchese si candidasse alla Casa bianca.