Chiesti vent'anni per gli aggressori di Manuel Bortuzzo

Sono venti gli anni di reclusione chiesti per Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, i due giovani accusati del tentato omicidio del nuotatore Manuel Bortuzzo e della sua fidanzata, Martina Rossi, nell'agguato avvenuto in zona Axa, a Roma, tra il 2 e il 3 febbraio scorsi. In quel raid, effettuato in motorino e indirizzato, come avrebbero dichiarato in seguito gli accusati, contro le persone sbagliate, fu solo la giovane speranza del nuoto azzurro a restare colpita, con un proiettile che lo avrebbe privato dell'uso delle gambe e costretto quindi su una sedia a rotelle. Le richieste formulate dal pm, nell'ambito di un processo svolto con rito abbreviato (nel quale il Comune di Roma si è costituito parte civile), si basano anche sulla contestazione dell'aggravante dei futili motivi e sulla premeditazione, oltre che sulla detenzione e la ricettazione di arma da fuoco e la rissa, avvenuta nella stessa zona poco prima dell'agguato.

L'aggressione

I due aggressori, in carcere dal 6 febbraio, hanno ammesso la propria responsabilità nell'aver sparato a Manuel quella notte, sostenendo di averlo fatto per errore. L'agguato si è consumato in pochi attimi in Piazza Eschilo, in una zona molto frequentata dai giovani: Manuel, trevigiano e nuotatore promettente, si era trasferito a Roma da pochi mesi per svolgere i propri allenamenti nella piscina del Centro federale di Ostia e, quella notte, si trovava all'Axa per trascorrere una serata con alcuni amici in un locale, in cui non erano però riusciti a entrare per via di una rissa scoppiata poco prima. mentre si apprestavano a tornare a casa, Manuel è stato avvicinato da un motorino con in sella due ragazzi, i quali hanno esploso tre colpi, di cui uno andato a segno: “Una sentenza severa per Manuel già c'è stata: la consulenza medica che ha sancito per lui la paralisi delle gambe – ha detto il suo legale Massimo Ciardullo -. Ora attendiamo una sentenza giusta anche dal giudice. Abbiamo chiesto 10 milioni di risarcimento”.

Un messaggio di speranza

L'agguato subito, nonostante le gravi conseguenze, non ha tuttavia mai spento il sorriso di Manuel che, non appena superato il delicato intervento chirurgico, ha immediatamente iniziato la sua riabilitazione, mandando messaggi confortanti alle tante persone che si sono strette attorno a lui, riuscendo addirittura a tornare in acqua per una serie di allenamenti dopo pochi mesi. Una positività che ha trasmesso anche alla sua famiglia e ai suoi amici, non riservando nessun rancore nei confronti dei suoi aggressori. Un esempio di forza e tenacia che ha colpito tutti, non solo il mondo dello sport.