Chiesta l'archiviazione per Fausto Brizzi

E'stata richiesta l'archiviazione per il regista Fausto Brizzi, coinvolto nel sexgate iniziato a Hollywood con le accuse ad Harvey Weinstein e che, in breve tempo, ha investito il mondo dello spettacolo. Brizzi era stato iscritto nel registro degli indagati nel mese di aprile, a seguito di alcune denunce riguardanti presunti episodi di molestie avvenuti rispettivamente nel 2014, 2015 e 2017, due delle quali però arrivate oltre i termini di legge (sei mesi per i reati di natura sessuale). Ad accusare il regista erano state tre donne, attrici che “non si conoscevano fra loro”, i cui casi erano stati presi in carico dagli inquirenti della Procura di Roma, coordinati dall'aggiunto Maria Monteleone. La Procura dopo aver approfondito i casi in oggetto (specie quelli riguardanti le denunce perventue oltre i termini) e non aver a quanto pare riscontrato profili di natura penale, ha chiesto l'archiviazione del fascicolo.

Le indagini

Stando alle accuse mosse contro di lui, Brizzi avrebbe convocato le tre denuncianti nel suo appartamento per dei provini e qui, hanno raccontato, le avrebbe costrette poi a subire atti sessuali. Sulle vicende in questione era stato chiamato a relazionare lo stesso regista, il quale avrebbe fornito agli inquirenti dei chiarimenti su quanto avvenuto in quelle circostanze. Solo uno dei casi, però, era stato preso in considerazione da un punto di vista penale in quanto gli altri due giunti fuori termine: nell'unico episodio denunciato entro i sei mesi previsti, risalente a un periodo compreso fra agosto e novembre 2017, non sarebbe stato riscontrato il reato.

Le accuse

Le tre donne avevano rese pubbliche le loro storie nel novembre del 2017, confidandosi con la trasmissione 'Le Iene', anche se il nome di Brizzi non era ancora venuto fuori, lasciando i termini del discorso su “un regista poco più che 40enne”. Successivamente però (l'11 novembre), a parlare di lui sono 'Il Corriere della Sera' e 'Il Messaggero', sui quali viene spiegato che il nome del regista “era circolato sui social network poche ore dopo la denuncia pubblica di alcune attrici”. Per questo la Warner Bros ha fatto sparire il nome del regista, per quanto possibile, dal film Poveri ma bellissimi uscito a Natale.