CASO ASHLEY MADISON, TRE SUICIDI DOPO L’ATTACCO HACKER AL SITO DI INCONTRI

Togliersi la vita per essere finiti nella lista dei “traditori”: tre persone iscritte al sito per relazioni extraconiugali Ashley Madison si sono suicidate a causa dell’attacco hacker che ha esposto alla gogna pubblica milioni di nomi. A ipotizzarlo è stato un portavoce della polizia di Toronto, in Canada, sottolineando che sono ancora in corso le indagini per confermare il legame tra i suicidi e la diffusione online delle loro informazioni personali, come le loro preferenze sessuali o anche gli estremi delle carte di credito.

Il rischio che la situazione finisse in tragedia lo aveva predetto la settimana scorsa l’analista Brian Krebs: “c’è una possibilità reale che la gente reagisca in modo eccessivo – aveva spiegato – Non sarei sorpreso se delle persone si togliessero la vita a causa di tutto ciò”. Intanto la Avid Life Media, la società canadese che gestisce la il sito online dal motto “Life is short, have an affair”, (la vita è breve, avvia una relazione extraconiugale) ha offerto una ricompensa di 500 mila dollari a chiunque fosse in grado di fornire informazioni per rintracciare i responsabili dell’ attacco informatico che ha messo a rischio la privacy di oltre 30 milioni di utenti.

Due studi legali del Canada hanno avviato una class action da 578 milioni di dollari contro il sito. La causa, intentata contro la Avid Life Media, sarebbe stata avviata per conto di tutti i cittadini canadesi coinvolti. “Sono indignato dal fatto che AshleyMadison.com non sia riuscito a proteggere le informazioni dei suoi clienti”, ha detto l’avvocato Ted Charney, che ha presentato il procedimento in tribunale giovedì scorso. “In molti casi, gli utenti hanno pagato un supplemento perché il sito rimuovesse tutti i loro dati – ha aggiunto – solo per scoprire poi che le informazioni erano rimaste intatte ed esposte all’azione dei pirati della rete”. E dopo la star del reality battista Josh Duggar (Mr.Family Day, in quanto tutto casa, famiglia e chiesa, almeno in teoria ( il cui nome è finito nella lista dei clienti diffusa dagli hacker, l’ultimo in ordine di tempo a scusarsi pubblicamente a con la famiglia è stato il procuratore della Florida, Jeffrey Ashton. Nel suo profilo online avrebbe scritto che “cercava qualcuno con fantasie, con cui passare all’azione”. Lui però ha assicurato che non ha mai tradito la moglie, ma cercava solo di soddisfare le sue curiosità.