Carrara, duemila persone contro il sindaco

Foto bruciate, un cappio appeso fuori da un edificio pubblico, cariche e grida. Quella di ieri, per il comune toscano di Massa Carrara, è stata una giornata di alta tensione: solo l’intervento delle forze dell’ordine, infatti, ha potuto impedire alle duemila persone che manifestavano fuori dal municipio di avventarsi sul sindaco Angelo Zubbani. L’esondazione del torrente Carrione ha provocato mercoledì l’ennesimo disastro idrogeologico, il quarto in soli undici anni, e anche in quest’ultimo caso dagli abitanti e artigiani della zona erano giunte denunce di piccoli crolli degli argini e perdite d’acqua che avevano portato i cittadini ad intuire la situazione di dissesto. La forte ondata di maltempo abbattutasi negli ultimi giorni sulla zona, poi, ha fatto in modo che le preoccupazioni dei cittadini si trasformassero in realtà: centinaia di case sono state evacuate, molti abitanti sono stati costretti a mettersi in salvo salendo sui tetti e adesso gli alluvionati sono definitivamente senza casa. I danni, sia alle abitazioni che ai negozi, sono ancora da quantificare.

I manifestanti durante l’insurrezione reclamavano la caduta della giunta di centro-sinistra, ritenuta la principale responsabile dell’ultima inondazione della città: una massa di persone infuriate si è letteralmente scagliata contro il primo cittadino, che anche se protetto dalla polizia, ha comunque incassato un colpo ad una gamba, accusando di tanto in tanto lievi malori.
La “pietra dello scandalo”, il momento in cui si è definitivamente giunti ai tafferugli, è stato quando Zubbani si è affacciato da una delle finestre del municipio per parlare con i manifestanti e spiegare che l’amministrazione non ha nessuna responsabilità per l’alluvione che mercoledì ha colpito il territorio. Ma sono state proprio le sue parole a scatenare la rabbia della gente, che ha fatto irruzione nell’edificio.

Il primo cittadino, alla fine della vicenda, ha minimizzato l’evento: “Nulla di grave – ha affermato – solo un lieve mancamento. Ero provato dalla tensione, sono due giorni che non dormo. Ma ora sono già al lavoro”. I poliziotti, invece, hanno riportato ferite guaribili i 6-10 giorni.
Adesso di fronte all’edificio è tornata la calma: la maggior parte delle persone ha abbandonato la manifestazione nel tardo pomeriggio di ieri, altri cittadini, circa un centinaio, sono invece rimasti per la notte; è stato lo stesso comune a dar loro il permesso di dormire nella sala di rappresentanza.
E mentre i manifestanti hanno concluso la giornata con un’assemblea, il primo cittadino si è riunito con alcuni membri della giunta per provare a fare il punto della situazione.