CARACAS, ARRESTATI DUE EX CAPI ANTIDROGA: FAVORIVANO I CARTELLI DELLA COCA

Terremoto giudiziario in Venezuela, stato sudamericano tra i maggiori produttori ed esportatori di cocaina. Due ex responsabili dell’Ufficio nazionale Antidroga (Ona) venezuelano, Nestor Luis Reverol e Edylberto José Molina, sono stati accusati di complicità con le reti di narcotraffico locali e internazionali dalla giustizia americana.

Secondo l’accusa, mossa dalla procura in un tribunale di New York, i due responsabili avrebbero ricevuto ingenti somme di denaro dalle organizzazioni criminali in cambio di assistenza nell’invio e distribuzione di grandi quantità di cocaina verso gli stessi Stati Uniti. Le indagini coprono l’arco di tempo che va da inizio 2008 a tutto il 2019, durante la presidenza di Hugo Chavez, quando i due indagati erano i comandanti dell’ufficio antidroga venezuelano.

Le autorità statunitensi stimano che circa il 90% della cocaina entra nel paese attraversando il confine territoriale tra gli Stati Uniti e il Messico, mentre circa il 70% della cocaina lascia la Colombia via Oceano Pacifico, il 20% attraverso l’Atlantico e il 10% attraverso il Venezuela e i Caraibi. un flusso che nel 2008 è stato stimato nell’ordine di circa 196 tonnellate, pari a 38 miliardi di dollari.

I profitti più alti vengono generati negli stessi Stati Uniti, dove la vendita all’ingrosso e quella al dettaglio producono circa 29,5 miliardi di dollari. I minori, ovviamente, ai produttori diretti: ai coltivatori di coca delle tre principali nazioni produttrici, Perù Colombia e Bolivia, è stato attribuito un introito di circa 1 miliardo di dollari. Oltre 30.000 le vittime per morte violenta – negli ultimi dieci anni – legate al narcotraffico.