Arrestati 14 leader ed esponenti “No Tav”

La polizia ha arrestato stamani diversi storici antagonisti torinesi e del nordest, impegnati da anni nel movimento “No Tav”, il gruppo di protesta italiano sorto nei primi anni novanta che critica la realizzazione di infrastrutture per l'alta velocità ferroviaria (nota come Tav, “Treno ad Alta Velocità”) perché ritenuta esempio di una gestione sbagliata della spesa pubblica e della tutela del territorio.

Askatasuna

Nel blitz odierno, gli uomini della Digos hanno arrestato alcuni leader e militanti del centro sociale Askatasuna di Torino ed esponenti di altri centri sociali di Modena, Vicenza e Padova. L'indagine della Polizia, coordinata dalla procura di Torino, riguarda solo una parte del complesso ed ampio movimento No Tav. Nello specifico, sono 14 in totale le misure cautelari emesse dal gip e riguardano, oltre agli appartenenti allo storico centro sociale torinese, anche diversi esponenti del centro sociale Guernica di Modena e del centro sociale Bocciodromo di Vicenza. In carcere tra gli altri sono finiti Giorgio Rossetto e Mattia Marzuoli, leader storici del centro sociale torinese. Nove i divieti di dimora e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.Gli uomini delle Digos di Torino, Padova, Modena e Vicenza hanno eseguito anche 16 perquisizioni nei riguardi di altri antagonisti e di alcuni militanti di Askatasuna indagati nella stessa inchiesta. Tra le varie accuse ipotizzate ci sono quella di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento, inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità.

Il commento

“Le misure hanno raggiunto i maggiori leader dell'autonomia torinese e gli esponenti dell'ala più oltranzista del movimento No Tav che, durante la marcia dello scorso 27 luglio in Val di Susa, hanno coordinato le azioni criminose e l'assalto al cantiere di Chiomonte”. Così su Ansa il dirigente della Digos di Torino, Carlo Ambra, sulle misure cautelari notificate nei confronti dei leader e di militanti dei vari centri sociali. “Gli episodi di violenza sono stati preordinati, organizzati e diretti dai due leader di Askatasuna, che si sono avvalsi di altri militari per coordinare i gruppi – aggiunge Ambra – Un gruppo d'assalto si è diretto al cantiere, un altro ha aggirato il dispositivo di sicurezza passando nei boschi, dall'alto”.