ANTIMAFIA: ARRESTATI DUE BOSS DI CAMORRA E ‘NDRANGHETA

Colpo grosso delle forze dell’ordine nella lotta alla malavita: nel giro di poche ore sono stati arrestati un boss della camorra e uno della ’ndrangheta in due distinte località. Sabato mattina i carabinieri della compagnia Napoli centro hanno arrestato Antonio Elia, 49 anni, ritenuto il reggente dell’omonimo clan camorristico storicamente attivo nella zona del Pallonetto di Santa Lucia, nel capoluogo campano. Militari in borghese, passando sotto l’abitazione di Elia (sottoposto a libertà vigilata), attraverso la porta socchiusa di un locale sotterraneo hanno notato all’interno alcune persone. Scesi per controllare, si sono imbattuti nello stesso Elia che li ha bloccati allo scopo di consentire a un complice di scappare.

Nel corso di un inseguimento a piedi, il fuggitivo è riuscito a dileguarsi lanciando durante la corsa una busta di plastica al cui interno i carabinieri hanno rinvenuto circa 40 grammi di marijuana già suddivisa in dosi. Perquisendo il locale, all’interno di un’intercapedine nelle pareti sono stati recuperati tre panetti di hashish da 100 grammi ciascuno e 100 grammi di marijuana ancora da preparare in dosi. In un’altra intercapedine è stata sequestrata una pistola semiautomatica Beretta calibro 7,65 con il serbatoio carico e il colpo in canna. Elia, attualmente in libertà vigilata, è stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale per resistenza a pubblico ufficiale e concorso in detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini sono in corso per l’identificazione del complice, mentre l’arma è stata inviata al Ris per i necessari accertamenti balistici.

Sempre l’Arma è stata protagonista del secondo arresto. Si tratta del boss 88enne della ‘ndrangheta Francesco Barbaro detto ‘U Castanu, accusato di essere stato l’esecutore materiale dell’omicidio del brigadiere dei carabinieri Antonino Marino, ucciso a Bovalino il 9 settembre del 1990. L’ottuagenario è stato arrestato a Platì in esecuzione di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti emesso dall’ufficio esecuzioni penali della Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria.

Impegnato principalmente nel contrasto alla ‘ndrangheta, il Brigadiere Marino resse per molti anni il comando della Stazione Carabinieri di Platì svolgendo numerose indagini su traffici illeciti e sui numerosi sequestri di persona che in quegli anni rappresentavano una delle principali attività criminali della zona, contribuendo ad assicurare alla giustizia diversi esponenti della malavita. Il 9 settembre 1990, il Brigadiere, mentre si trovava a Bovalino Superiore con la propria famiglia in occasione della festa patronale, fu avvicinato da un killer, il quale, approfittando della confusione che regnava in paese e della concomitante esecuzione di uno spettacolo pirotecnico, gli esplose contro una decina di colpi di pistola, dileguandosi poi nel buio. Nell’agguato furono colpiti oltre al sottufficiale, all’epoca trentenne, anche la moglie incinta e il figlio Francesco di 1 anno, oggi Tenente nell’Arma dei Carabinieri. Barbaro dovrà scontare l’ergastolo.