Covid: 64 dipendenti e 7 ospiti positivi al Trivulzio di Milano

Almeno 45 sarebbero invece i casi di falsi positivi riscontrati tra gli ospiti del Trivulzio, nota struttura per anziani milanese

Il Pio Albergo Trivulzio di Milano (immagine di repertorio)

Sessantaquattro dipendenti su un totale di 551 e 20 “in attesa di referto” sono risultati positivi al Covid-19. Inoltre, sui quasi 900 pazienti totali, risultano positivi 7 persone. Lo si legge nell’ultimo bollettino del Pio Albergo Trivulzio di Milano dove si spiega, però, che “entro domani l’azienda sta provvedendo” a sottoporre a “nuovo tampone anche il personale asintomatico risultato positivo in considerazione dei falsi positivi risultati tra i pazienti”.

Pio Albergo Trivulzio

Infatti, ci sarebbero stati almeno 45 casi di falsi positivi, poi risultati negativi, tra gli ospiti della grande struttura milanese, già duramente colpita dal coronavirus durante la prima ondata della pandemia.

L’istituto milanese per la terza età è infatti diventato uno dei luoghi simbolo delle morti di anziani della scorsa primavera ed é finito anche al centro di un’inchiesta della Procura di Milano.

Bergamo

Il problema dei contagi nelle strutture sanitarie lombarde non riguarda purtroppo solo la città di Milano. Infatti, sei persone sono risultate positive al Covid nel reparto di riabilitazione dell’Ospedale “SS. Trinità” di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo.

Nelle scorse ore, la direzione dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Bergamo Ovest, che comprende anche il Treviglio-Caravaggio, ha avviato l’indagine epidemiologica. I responsabili della struttura hanno provato a ricostruire la catena dei contagi di una paziente che, prima del trasferimento dalla riabilitazione in una struttura esterna, era stata sottoposta al tampone, risultando poi positiva.

Galli: “Virus reiterabile”

Sull’eventualità di nuovi virus potenzialmente letali in arrivo, è intervenuto il professor Massimo Galli, responsabile del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.

“Questo virus – ha evidenziato Sacco – è un buon candidato per far capire al mondo intero che questo tipo di eventualità è probabile e potenzialmente reiterabile perché lo scrigno di Pandora è strapieno e ci sono veramente molti altri virus in grado di svolgere lo stesso cammino”.

“Teniamo in considerazione che negli ultimi 100-150 si è passati da meno di 1 miliardo a più di 7 miliardi di persone presenti su questo pianeta. Insieme alla globalizzazione, ai fini epidemiologici è un evento di impatto epocale“.