Covid-19, Stati chiusi d’Europa

Stretta sui viaggi extra-Ue. Otto Paesi europei si blindano. Von der Leyen: "Vitale mantenere trasporto merci"

Controlli sanitari al passo del Brennero, al confine fra Italia e Austria - Foto © Andreas Gebert per Reuters

L’Europa chiude le porte. Al termine della videoconferenza con i leader del G7, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, rende nota la decisione eccezionale di blindare l’Europa per 30 giorni, fatta eccezione per gli europei che rientrano e i medici impegnati nella lotta al Covid-19: “Con i governi europei abbiamo deciso una restrizione temporanea dei viaggi non essenziali nell’Unione. Lo facciamo per non far ulteriormente diffondere il virus dentro e fuori il continente e per non avere potenziali ulteriori pazienti che pesano sul sistema sanitario Ue” ha sottolineato von der Leyen.

L’annuncio di Macron

Ne ha parlato anche il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, che a partire da oggi a mezzogiorno, chiuderà le frontiere anche con gli altri Paesi europei. Un’extrema ratio, quella delle frontiere chiuse, peraltro prevista da otto i Paesi – Austria, Ungheria, Repubblica ceca, Danimarca, Polonia, Lituania, Estonia e Germania – che hanno notificato alla Commissione europea l’introduzione di controlli alle frontiere. A questi si sono aggiunti Svizzera e Norvegia che, pur non essendo membri Ue, appartengono alla zona Schengen. Altri – come la Spagna e la Slovenia – non lo hanno ancora fatto. Le misure introdotte vanno dai semplici controlli sanitari su chi entra, al divieto totale di ingresso per chi non è residente.

Il presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, parla alla nazione – Foto © France Monde

Il freno dell’Ue

La Commissione frena, proponendo ai Paesi corsie preferenziali per garantire la circolazione di merci, soprattutto cibo e materiale medico. Il coronavirus sta mettendo a dura prova la logistica: aumentano le code ai valichi di frontiera e tutto questo aggrava l’impatto economico del coronavirus. Si sta paventando il rischio che non arrivino più prodotti alimentari, medicinali e materiale medico, soprattutto mascherine e dispositivi di protezione utili per fronteggiare l’emergenza. Da ciò, il monito della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: “È vitale mantenere la continuità del trasporto delle merci nell’Ue. Per questo proponiamo delle corsie rapide, preferenziali, per il trasporto di medicinali ed equipaggiamenti medici, cibo e servizi essenziali […]. Siamo in un’economia in cui il ‘just in time’ è un fattore chiave. Molte imprese operano con livelli di stock molto bassi e dipendono da un flusso continuo di componenti per continuare a operare”.

Militari in mascherina in piazza Duomo a Milano – Foto © Flavio Lo Scalzo per Reuters

Il Covid-19 in Europa: Italia

C’è una buona notizia nell’epidemia di Covid-19 in Italia ed è che la curva dei nuovi infetti non cresce al ritmo di 11,9%, come invece avveniva in precedenza. A oggi sono 23.073 le persone positive, con un incremento di 2.470 rispetto al giorno precedente. Quattrocento infetti in meno che smorzano l’incremento degli ultimi giorni. Anche in Lombardia la percentuale non è in aumento. Preoccupa, invece, la terapia intensiva: 179 malati in più che pesano su un sistema sanitario messo alla dura prova dal nuovo coronavirus: nel complesso, il totale dei malati in terapia intensiva è 1.851, solo in Lombardia sono 823. Sono 1.809 le vittime del coronavirus nel nostro Paese.

Francia

“Siamo in guerra”. Ha usato un tono marziale il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, che ieri si è rivolto ai Francesi parlando del virus come della minaccia sanitaria più grave del Paese in un discorso solenne durato 21 minuti. Dopo giorni di esitazione, l’esecutivo ha deciso di invalidare un regime eccezionale, seguendo l’esempio dell’Italia. Mentre i dottori sono allarmati dal virus che si diffonde in modo “preoccupante” nel Paese, Macron ha preso la decisione di confinare tutti i francesi sul territorio metropolitano ma anche all’estero. Da martedì a mezzogiorno, non sarà più possibile uscire di casa se non per prendersi cura di se stessi, fare la spesa o andare al lavoro. Il contenimento è previsto per un periodo di “almeno quindici giorni” ma che potrebbe essere esteso se la situazione lo richiede. “Devono rimanere solo i trasporti assolutamente necessari” ha sottolineato il Presidente della Repubblica, avvertendo che “qualsiasi violazione di queste regole sarà sanzionata”. Secondo quanto comunicato dalle autorità sanitarie francesi, il Paese conta 5.423 contagi ed almeno 127 decessi.

Controlli alla frontiera tedesca – Foto © Sven Hoppe per DPA

Spagna

In Spagna il conto del Covid-19 segna 9mila contagiati – il secondo Paese più colpito dopo l’Italia – ed oltre 330 decessi. Dopo sette ore di riunione, il Consiglio dei ministri sabato scorso ha dichiarato uno stato di allarme per limitare il più possibile la circolazione dei cittadini. Con l’approvazione del decreto sullo stato di allarme, l’intero Paese è ufficialmente “chiuso”. Un gigantesco isolamento nelle case di oltre 47 milioni di persone, che potranno solo andare fuori da sole a lavorare e comprare cibo, medicine o articoli di base. Il governo evita così di interrompere completamente la produzione, che rimarrà attiva secondo il decreto. I cittadini possono viaggiare tra le città in auto o in aereo per lavorare, ha sottolineato il presidente Pedro Sánchez.

Germania

“L’autocontrollo oggi può salvare le vite domani” ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel. Misure mai adottate in Germania prima d’ora per la contrastare la diffusione di Covid-19 nel Paese. Berlino invita gli Stati federali a chiudere gran parte dei negozi, fatta eccezione per i supermercati e le attività che forniscono beni di prima necessità. Misure necessarie per Frau Merkel, le uniche utili a uscire dalla crisi il prima possibile. L’auspicio della cancelliera è che, comunque, si ritorni allo spazio Schengen senza i controlli alla frontiera dopo questa crisi pandemica. Placata anche la questione vaccino, dopo che era stato reso noto dall’imprenditore Dietmar Hopp un contratto fra gli Stati Uniti e la società di vaccini Tubinga CureVac: “Il problema è stato risolto” ha detto Merkel. Al momento, il Paese conta 7.272 contagiati 17 decessi.

Lavoratori si apprestano a sanificare un tram a Praga, Repubblica Ceca – Foto © David W. Cerny per Reuters

Regno Unito

Cambia direzione anche il Regno Unito. Evidentemente, l’annuncio shock del premier inglese, Boris Johnson, ha instillato il panico negli Inglesi. Ieri in conferenza stampa è stato lo stesso Johnson a virare rispetto alla sua precedente linea, annunciando le misure draconiane mano a mano adottate da tutti i Paesi europei: “Da ora dovete evitare pub, teatri, club e altri luoghi di ritrovo” ha detto il primo ministro. A pesare sulla decisione del governo di rivedere il primo annuncio è stato forse il documento del Public Health England, riservato ai funzionari inglesi ma reso noto dal The Guardian e che calcolava almeno 7 milioni di contagi. Attualmente nel Regno Unito si contano 1.543 contagi, 171 soltanto nella giornata di ieri, e almeno 55 decessi.