Coronavirus, nel nord della Cina torna il lockdown

L'incubo del mostro invisibile continua con i nuovi contagi

Nel nordest della Cina preoccupa l’aumento di casi trasmissione locale di Covid-19 mentre il gigante asiatico prova a ‘ripartire’ dopo mesi di battaglia contro il coronavirus, che qui si è inizialmente manifestato. Le autorità hanno imposto il lockdown nella città di Shulan, nella Cina settentrionale, dove vivono circa 700mila persone, dopo nuovi casi di coronavirus. Tutti gli edifici residenziali sono stati isolati e soltanto una persona per ogni famiglia può uscire per due ore ogni due giorni per acquistare beni necessari. I non residenti non possono entrare nella città.

Chiusa anche Jilin

Nei giorni scorsi anche le autorità della città di Jilin, hanno annunciato la “chiusura di tutte le aree urbane e i villaggi” e vietato gli assembramenti. Tra le misure imposte, si legge, lo stop ai treni che assicurano i collegamenti con altre città e ai bus turistici oltre alla chiusura di cinema, stadi e internet point. I ristoranti possono restare aperti, ma con forti limitazioni. La stazione ferroviaria di Jilin ha annunciato la “sospensione temporanea delle partenze”.

Nuovi casi importati

Un caso ‘importato’ di Covid-19 è stato registrato invece a Shanghai. Non si registrano altri decessi a causa della pandemia. Nel gigante asiatico i contagi sono in tutto 82.926, stando al bilancio della Commissione sanitaria nazionale, che parla anche di un totale di 1.692 casi ‘importati’ e 4.633 morti dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Secondo le autorità sono 78.189 le persone dichiarate guarite dopo aver contratto l’infezione.