Coronavirus, Gerusalemme: chiude la Basilica del Santo Sepolcro

Le autorità israeliane decidono di chiudere la Basilica del Santo Sepolcro, solo le tre comunità che vi vivono possono restare

Dopo Lourdes anche la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme chiude a causa del Coronavirus. Per la seconda volta in due anni, le autorità hanno deciso di chiudere il sito dato che ormai l’area risultava deserta. La prima volta, invece, le motivazioni erano di carattere politico: una disputa con il governo di Israele per il pagamento delle tasse.

La chiusura

Le autorità israeliane hanno ordinato la chiusura della Basilica del Santo Sepolcro. Oggi alle 17, le 16 in Italia, le porte della Basilica che ospita il Calvario e la grotta dove, secondo la tradizione, il corpo esanime di Gesù fu posto e da dove è risorto, sono state chiuse. Da giorni, da quando sono in vigore le restrizioni delle autorità israeliane per contenere il coronavirus, il Santo Sepolcro era vuoto. Nessun turista, nessun pellegrino, nella Basilica, solo i monaci francescani, ortodossi e armeni che ci vivono. La decisione segue quella dei giorni scorsi, con la quale sono state chiuse la Moschea di Al Aqsa e la Cupola della Roccia, oltre all’area esterna sul Monte del Tempio. Le chiese che gestiscono il Santo Sepolcro, oltre alla latina, all’ortodossa e all’armena, i siriaci, i copti e gli etiopi, sono ora in contatto con le autorità per capire se le tre comunità che vivono all’interno possono continuare le liturgie, rispettando la regola del limite massimo di dieci persone, e se le stesse possono anche essere aperte a fedeli o religiosi dall’esterno, e come le altre comunità che vivono all’esterno possano accedervi. Il Santo Sepolcro è stato chiuso brevemente anche nel marzo di due anni fa a seguito delle proteste su questioni di tasse da parte delle chiese nei confronti del governo Israeliano.