Coronavirus, Egitto grazia 530 detenuti. Ci sarà anche Patrick George Zaky?

Università di Bologna: "È l'occasione per mettere fine a questa assurda vicenda e poter restituire Patrick alla sua vita e ai suoi studi"

Un murales per Zaky

“Faccio appello al Governo italiano, alla Commissione europea, alle numerosissime istituzioni che hanno aderito alla nostra mozione e a tutte le università del mondo che come noi hanno sottoscritto i principi della Magna Charta affinché si uniscano all’Alma Mater e facciano sentire la propria voce. È l’occasione per mettere fine a questa assurda vicenda e poter restituire Patrick alla sua vita e ai suoi studi”.

La grazia

Così il rettore dell’ateneo bolognese Francesco Ubertini dopo l’annuncio da parte del ministero dell’Interno che lo scorso 25 giugno ha annunciato che saranno rilasciati 530 detenuti. La grazia è stata voluta dal presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi ed è legata alla volontà di alleggerire il peso delle carceri in piena emergenza coronavirus. L’Egitto è il Paese africano maggiormente colpito: 62mila contagi e 2.620 morti secondo i dati odierni della Johns Hopkins University. Non sono stati ancora annunciati i nomi dei graziati, ai quali sta lavorando il ministero egiziano. “Spero di poterlo riabbracciare presto qui a Bologna”, ha concluso il rettore Ubertini.

Arrestato lo scorso 8 febbraio

Patrick George Zaky stava frequentando nel capoluogo emiliano il master internazionale Gemma, corso di studio unico in Europa sugli studi di genere. E’ stato fermato in Egitto lo scorso 8 febbraio appena rientrato in Patria. Il giovane, 27 anni, sta frequentando il master internazionale “Gemma” dell’Università di Bologna dedicato agli studi di genere e sulle donne. Iscritto al primo anno, aveva dato un esame il 5 febbraio, poi era rientrato in Egitto per fare visita alla sua famiglia. Appena atterrato al Cairo, è stato arrestato, per un mandato di cattura emesso nel 2019.