Una dieta sana è utile contro l’Alzheimer

miggianoDati sperimentali provano che una dieta adeguata sia utile nella prevenzione e nella terapia di alcune forme della malattia di Alzheimer. Risulta, pertanto, importante porre in essere strategie dietetico-nutrizionali finalizzate alla riduzione dei fattori dannosi (esterni) e, contestualmente, all’incremento dei composti (neuro) protettivi. Occorre limitare, quindi, i cibi che contengono grassi saturi, colesterolo e rame. E’ utile, invece, assumere alimenti ricchi di vitamine, antiossidanti (A,C,E) e non (B9, B12,D), di sostanze bioattive come il resvelatrolo e con acidi grassi Omega-3. Nello specifico alcuni studi evidenziano una certa relazione tra la quantità di rame assunto e la progressione della patologia, almeno in un sottogruppo di soggetti “sensibili”.

E’ importante, dunque, individuare tali soggetti e formulare delle Diete apposite, che abbiano un apporto controllato di rame. E tuttavia non bisogna incorrere in qualche forma di malnutrizione, come abbiamo spiegato lo scorso 14 novembre, in occasione del Convegno Internazionale ‘Approccio non convenzionale alla malattia di Alzheimer’, promosso dall’Istituto di Neurologia dell’Università Cattolica di Roma. La malnutrizione ‘nascosta’ è un evento frequente già di per sé nelle persone con tale patologia (in genere anziani) e l’uso di diete incongrue (con esclusione di alimenti) comporta il rischio di ridurre l’apporto di nutrienti (essenziali), soprattutto in un’età nella quale (per vari motivi fisiologici, psicologici, uso di farmaci etc.) l’assorbimento intestinale può essere fisiologicamente compromesso.

Per mettere in pratica queste evidenze, viene proposta la “Scalinata del Mangiar bene”, un modello che permette di comprendere e tradurre in pratica queste indicazioni. Gradino 1) Mangiare. Occorre innanzitutto mangiare, visto che il digiuno è di per sé causa di malnutrizione, una “malattia nella malattia”.  

Gradino 2) Mangiare sicuro. Oltre che evitare infezioni da vari agenti biologici, la sicurezza degli alimenti comporta un apporto ‘controllato’ di composti chimici di metalli come il rame. Nonostante questa sostanza sia essenziale alla vita, e quindi non possa essere esclusa, in alcuni individui (nei quali i meccanismi di protezione non funzionano in modo efficacie) occorre procedere con cautela. Sono ricchi di rame la frutta secca oleosa (come noci e mandorle), crostacei e molluschi, legumi, cereali integrali, cacao e cioccolato.

Gradino 3) Mangiare sano. La tabella dei LARN (Livelli di Assunzione Raccomandata o di Riferimento dei Nutrienti) costituisce una buona guida riguardo ai fabbisogni di nutrienti. Su questo punto naturalmente convergono le indicazioni relative a un corretto stile di vita (nel quale rientrano un equilibrato apporto calorico e la spesa energetica per attività fisica), quantità e qualità dei grassi  alimentari e l’apporto di vitamine idrosolubili (fra cui c’è la B12) e liposolubili (D ed E), tenendo conto che soprattutto per questi ultimi è importante non solo l’apporto con i cibi ma anche la biodisponibilità intestinale e il relativo assorbimento. Per ultimo la presenza di composti nutraceutici/o bioattivi (come gli antiossidanti) presenti nei cibi naturali può essere assicurata ricorrendo a 5 o 7 porzioni di vegetali giornaliere.

Gradino 4) Mangiare con gusto. L’ultima dimensione del rapporto cibo/salute è costituita dal gustare (e sentirsi gratificati) dal cibo che si introduce, soprattutto nel caso di anziani con malattie neurodegenerative. Per tale motivo l’attenzione all’aspetto culinario (preparazione e presentazione dei cibi, assistenza durante il pasto etc.) fa parte di un approccio corretto all’individuo. L’attenzione in varie forme a questi temi, anche con il coinvolgimento di un nutrizionista nel gruppo, diventa importante per la cura delle persone. Al fine di agevolare e allargare la conoscenza dei cittadini sugli aspetti nutrizionali, ma anche gastronomici della terapia dietetica nella malattia di Alzheimer è possibile consultare e rivolgersi al sito Gemellifornelli.it), nato dal “Progetto pilota social Gemelli@fornelli”, lanciato nella scorsa primavera dalla Direzione del Policlinico Gemelli in collaborazione con i nutrizionisti dell’Unità di Dietetica e con lo Chef (Tre Stelle Michelin) Heinz Beck.

Professor  Giacinto  A. D.  Miggiano (°), dottoresse Dayana D’Aluisio e Viviana Figura

Direttore del Centro di Nutrizione Umana – Università Cattolica e Direttore UOC di Dietetica del Policlinico  Gemelli di Roma