Quando il sonno diventa un incubo

Per tutti noi il sonno, anzi un buon sonno è necessario per mantenersi in salute, il beneficio del riposo notturno e il suo effetto ristoratore è di fondamentale importanza per il nostro benessere e sopravvivenza. Ma spesso il riposo è alterato da fattori esogeni cioè esterni alla nostra volontà: un letto mal posizionato, un cuscino non adatto oppure sostanze o additivi che vengono ingeriti con gli alimenti, come caffeina, spezie o medicinali.  Poi ci sono fattori endogeni, ovvero che dipendono dal nostro organismo e, diventano nel tempo i nemici del sonno, del nostro riposo. Questo non è un problema da sottovalutare in quanto con il passare degli anni il cattivo riposo notturno influenza sempre più la nostra vita quotidiana, fino ad arrivare al punto di essere in balia di emozioni negative che non ci appartengono, ma che sono la sintesi della stanchezza attribuibile agli effetti di un pessimo riposo notturno. Cosa fare? Come per tutti i nostri mali c’è chi può aiutare a risolverli e spiegarli. In Terris ha intervistato il dottor Mauro Aquilini Pneumologo, Professore AC presso l’Unità Operativa Complessa Ospedale sant’Andrea Università La Sapienza.

Dottore quanto bisogna dormire?
“Non è chiaramente definibile, a seconda delle necessità individuali il sonno può variare ampiamente, di norma dalle 6 alle 10 ore al giorno. La maggior parte delle persone dorme durante la notte rispettando il ritmo circadiano, Tuttavia, molte persone a causa del lavoro sono costrette a dormire durante il giorno, questa è una situazione che può causare disturbi del sonno. Inoltre è molto importante la qualità del riposo, anche questo fattore influenza la nostra vita quotidiana”. 

Cosa si intende per disturbi del sonno?
“Tutti quei disturbi che ostacolano il riposo notturno, o provocano risveglio precoce alterandone qualità e quantità. Esistono fattori scatenanti comuni, spesso transitori, quali stress, assunzione di sostanze psicotrope oppure il riposo diurno e altre motivazioni che variano molto con l’età. Vengono distinti in Dissonnie e Parasonnie secondo le classificazioni internazionali”. 

Come distinguerle e riconoscerle?
“Le Parasonnie sono caratterizzate da fenomeni fisici involontari degli arti come la sindrome delle gambe senza riposo e il bruxismo, o altri comportamenti insoliti (terrore notturno, incubi, sonnambulismo) e talvolta enuresi notturna. Per Dissonnie intendiamo invece l’insonnia, l’ipersonnia, la narcolessia, il disturbo del ritmo circadiano e per ultimo, ma non per frequenza, essendo le più frequenti dal 4 all’8 % della popolazione, i disturbi respiratori”.

Potrebbe spiegarci meglio il problema dell'insonnia?
“È un problema che affligge un numero altissimo di persone. Chi soffre di insonnia fa fatica ad addormentarsi e ad avere un riposo continuativo, ci si sveglia stanco.  La mancanza di sonno, provoca stanchezza ed irritabilità durante il giorno.  Si può ottenere un effetto paradosso, ovvero sonnolenza diurna eccessiva, tendere ad addormentarsi durante le ore di veglia normali. Alcuni disturbi del sonno impediscono di resistere alla voglia di addormentarsi durante il giorno. Altri sintomi legati ad un cattivo riposo possono includere problemi di rendimento nella vita quotidiana, avere risultati negativi a scuola o al lavoro. Da non sottovalutare l’aumentato rischio di avere un incidente stradale o di sviluppare disturbi di salute in seguito ad aumentata sonnolenza diurna”.

Quando si parla di Osas cosa significa?
“Sindrome delle apnee ostruttive del sonno, come il russamento, sono disturbi del sonno che possono colpire anche nell’età infantile. È il più diffuso disturbo del sonno associato a sonnolenza diurna e si stima che nel nostro Paese ne siano affette circa 1.600.000 persone. È stata evidenziata l’associazione tra OSAS non trattata e incidenti stradali i cui costi sono elevatissimi. Come abbiamo detto i sintomi principali sono: russamento, eccessiva sonnolenza diurna e apnea, insieme possono coesistere episodi di soffocamento notturno, reflusso, cefalea”.

Quali sono i sintomi che fanno sospettare la presenza di Osas?
“Eccessiva sonnolenza diurna, frequenti pause respiratorie durante il sonno e associazione di importante russamento, mal di testa e secchezza delle fauci al risveglio. È importante non sottovalutare questi sintomi, in quanto le conseguenze per la salute possono essere non trascurabili per la salute. Prima fra tutte l’ipertensione e la nicturia (urinare spesso durante la notte).  Durante le apnee notturne c’è un alternarsi ciclico di bradicardia (rallentamento del battito) nella fase di apnea e tachicardia (accelerazione) nella ripresa respiratoria. Questo ovviamente comporta uno stress per l’intero organismo”.

Il russamento è un problema che affligge molte persone?
“Effettivamente si, interferisce con il sonno, sia di colui che accusa il disturbo, che di coloro che condividono il letto con chi russa. Durante il dormire si emette un suono stridente, profondo e roco che ha come causa di un restringimento delle vie respiratorie. Tra le cause del russamento si possono ravvisare motivi fisiologici o patologici. Nei primi sono comprese situazioni di sovrappeso, malformazioni del cavo orale   o problemi di deviazione o ostruzione del setto nasale in tal caso interviene l’Otorino. Dal punto di vista patologico, invece, il russare può essere causato da poliposi nasale o allergie. Anche il consumo eccessivo di alcolici è da considerare una causa del russamento”.

Con l'età variano i ritmi del sonno?
“Con l’avanzare del tempo il corpo invecchia e produce meno melatonina e meno ormoni della crescita. La Melatonina è un ormone che ha la funzione di regolare il ciclo sonno-veglia, questo cambiamento influenza il sonno, in quanto ambedue gli ormoni inducono il sonno profondo. Rispetto alle persone più giovani gli anziani trascorrono meno tempo nel sonno profondo, una volta addormentati si svegliano più spesso e facilmente”. 

Come si effettua una diagnosi dei disturbi del sonno?
“Occorre ricordare che la valutazione del paziente va sempre fatta nella sua completezza. Il percorso diagnostico primario prevede un’attenta valutazione clinica per indicare al paziente il percorso diagnostico più confacente ed efficace. Eseguire gli esami primari -a seconda dell’indicazione clinica- come la polisonnografia ed il monitoraggio cardio-respiratorio del sonno sono il primo step, in alcuni casi sono indicate anche indagini morfofunzionali mediante fibroendoscopia, esami radiologici ed eventualmente successivi approfondimenti”.

Si può curare e sperare in una guarigione?
“La terapia dei disturbi respiratori del sonno ovviamente varia a seconda della diagnosi specifica, in particolare dell’OSAS, la più frequente, essendo una sindrome molto dipende dalla gravità e dalle patologie che concorrono a determinarla. Nello specifico la terapia si può avvalere di consigli igienico -sanitari, come l’uso limitato di alcool e fumo, correggere le abitudini alimentari preferendo cibi freschi e poco grassi, l’attività fisica regolare ed altri comportamenti favorenti il benessere psico fisico. Esistono presidi posizionali che evitano posture notturne non favorenti la respirazione; Vi sono casi invece in cui è indicato l’intervento chirurgico, per esempio nei dismorfismi cranio facciali. Oppure si può ricorrere all’ausilio di apparecchiature come C-PAP e BiLevel che sono sistemi di ventilazione, va specificato che solo queste ultime ad oggi danno la certezza di terapia efficace per un sonno valido e ristoratore”.