Nobel ad Hall, Rosbash e Young, scopritori dell'orologio biologico

E’ un Nobel per tre quello per la Fisiologia e la Medicina. Ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento, infatti, sono stati gli scienziati statunitensi Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, premiati per il loro contributo scientifico nell’ambito delle ricerche (con successive scoperte) “sui meccanismi molecolari che controllano i ritmi circadiani” o, più semplicemente, sul cosiddetto ‘orologio interno’ degli esseri viventi. Un lavoro proseguito praticamente in modo ininterrotto dal 1980 a oggi, grazie al quale i tre ricercatori hanno fornito gran parte delle spiegazioni riguardo al funzionamento dei bioritmi che consentono all’essere viventi di regolare il sonno, il comportamento alimentare, il metabolismo, la temperatura corporea, il rilascio degli ormoni e la pressione sanguigna, in perfetta sintonia con la rotazione terrestre.

Nobel all’orologio biologico

Un ‘orologio’ che, come sorprendentemente appurato dagli scienziati, funziona in modo pressoché identico in piante e animali, dagli organismi molecolari più semplici a quelli più complessi ed evoluti: “La vita sulla Terra – spiega la commissione di Stoccolma nella relazione ufficiale – si è adattata alla rotazione del Pianeta. Da molti anni sappiamo che gli esseri viventi, inclusi gli uomini, hanno sviluppato un orologio interno che li aiuta ad armonizzarsi con il ritmo regolare del giorno e della notte. Ma come funziona esattamente il meccanismo? Hall, Rosbash e Young sono riusciti a guardare all’interno di questo orologio e scoprire il suo funzionamento. Le loro scoperte spiegano come le piante, gli animali e gli uomini riescano a modellare il loro ritmo vitale per sincronizzarlo con la rotazione della Terra”. In sostanza, i tre hanno compiuto ricerche a partire dal Dna degli organismi più semplici, i cosiddetti moscerini della frutta, attraverso i quali sono riusciti a isolare il gene autore della regolamentazione dei bioritmi controllando la produzione di due proteine fondamentali. Una di queste, accumulata durante la notte, viene degradata durante il giorno.

Studi settecenteschi

Il lavoro dei tre Nobel ha radici assai profonde, con i primi studi in questo campo avviati già nel ‘700 con il lavoro dell’astronomo Jean Jacques d’Ourtois de Mairan, il quale aveva concentrato le sue ricerche sulle piante di mimosa, capace di aprirsi di giorno per poi richiudersi al calar del sole: un processo biologico che si ripeteva nonostante il tentativo di esposizione delle piante al buio. Da qui l’intuizione sulla presenza di un bioritmo interno, in grado di regolare il comportamento dell’organismo in base al cambiamento ambientale attraverso le ore del giorno. Come osservato dai ricercatori, anche il nostro benessere risente di un’eventuale alterazione di tale meccanismo, la quale può sopraggiungere al momento di una mancanza di allineamento fra fase biologica e ambiente esterno.