Estate glocal e bio contro assembramenti e stress. Gli esperti di flussi turistici lo definiscono “inedito protagonismo dei centri minori”. Una dinamica spinta dagli effetti della pandemia che ha portato ad una valorizzazione del turismo di prossimità. Due italiani su tre (66%) fanno pausa nei borghi durante l’estate 2020. Alla scoperta di prodotti e tradizioni meno conosciuti. Ma anche per sfuggire al rischio del sovraffollamento nelle spiagge e nelle località turistiche più battute, di fronte all’emergenza coronavirus. A rilevalo è un’indagineColdiretti–Notosondaggi.
Estate senza folla
Un fenomeno favorito anche dalla diffusione capillare dei piccoli comuni. Ciò incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali. In Italia i centri sotto i 5 mila abitanti sono, infatti, 5.498, quasi il 70% del totale. Ma vi risiede solo il 16% degli italiani, pari a ciò pur9,8 milioni di abitanti. E ciò pur rappresentando il 54% dell’intera superficie nazionale. In molte regioni, però, il territorio coperto dai borghi arriva anche al 70%. Un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari. E dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti, che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico. Si tratta di un valore aggiunto non solo ambientale ma anche di armonia e bellezza per l’Italia. Ciò rappresenta anche un elemento di attrazione turistica che identifica il Belpaese all’estero. L’agroalimentare Made in Italy ne è senza dubbio il fiore all’occhiello.
In sicurezza
Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali, secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto una rete composta da 24mila strutture agrituristiche con 253 mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola. Gli agriturismi spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile, nell’estate del covid, garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.
Rilancio
Il 56% degli italiani ritiene che l’agriturismo rappresenti una risorsa importante per il rilancio della vacanza Made in Italy duramente colpita dal calo di presenze determinato dall’emergenza cororavirus. Per vivere in tutta tranquillità la sosta e il soggiorno nelle aziende agrituristiche l’associazione Terranostra di Coldiretti ha peraltro stilato un protocollo di sicurezza con i comportamenti sia per i servizi di ristorazione che per l’alloggio ma sul sito www.campagnamica.it è possibile anche trovare l’elenco delle aziende agrituristiche che accettano il bonus vacanze per facilitare i soggiorni delle famiglie italiane. “La vacanza nei piccoli borghi, da sempre fortemente caratterizzati dalla presenza dell’agricoltura, rappresenta un esempio di turismo sostenibile prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale dopo la crisi causata dall’emergenza sanitaria“, afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini.
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