Combattere la cervicale con l'osteopatia

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hi di noi non ha mai sofferto di cervicalgia, uno dei disturbi più diffusi tra la popolazione adulta e molto spesso archiviato come un semplice mal di collo. Abbiamo trattato l’argomento con il dottor Gabriele Benedetti, osteopata con studio a Roma, specializzato in patologie della colonna vertebrale.

Dottore, come prima domanda, quali sono i disturbi che riguardano il rachide cervicale?
“In primis abbiamo le discopatie, quindi ernie e protrusioni del disco. Seguono patologie dell'osso quali artrosi ed osteoporosi. Poi ci sono problematiche posturali come iper-lordosi e rettilineizzazione, senza escludere il ruolo di compenso nella scoliosi e l'iper-cifosi dorsale”.

Quali possono essere invece i sintomi e le possibili cause di tali disturbi?
“Si va dalla semplice contrattura dei muscoli del collo fino alle possibili complicazioni neurologiche, come nevralgie, parestesie, deficit di forza. Un'ernia del disco intraforaminale può dare la compressione diretta del nervo, come un'ernia mediana può darla al midollo. Sono situazioni dolorose e limitanti per il paziente. La causa di una discopatia, come anche di una diagnosi artrosica, non è mai univoca. I fattori possono essere molti, come il peso, la postura, gli sforzi e i traumi. Escluse motivazioni genetiche o idiopatiche, una “cattiva” condotta di vita può accentuare queste problematiche”.

Come l’osteopatia viene incontro alla cosiddetta cervicale?§
“Può intervenire con terapia efficace, tale da poter risolvere in modo conservativo, patologie, spesso destinate all'intervento chirurgico”.

Che tipo di trattamenti vengono proposti?
“L'osteopatia interviene sempre per via diretta, che è lo sblocco manipolativo di un’articolazione. Nel caso della cervicale, vengono trattate due vertebre, con l'obiettivo di decomprimere il disco e di conseguenza la struttura nervosa. Ma può anche seguire una via indiretta, come il trattamento di un bacino asimmetrico strettamente collegato a un compenso posturale lombare, dorsale e infine per ovvie conseguenze, cervicale. Alla stessa maniera, il trattamento del diaframma o dello stomaco possono migliorare la funzionalità del collo grazie alle afferenze del nervo frenico. Bisogna tenere conto che alla base dell'osteopatia c'è il principio di globalità: spesso la causa è lontana dalla sintomatologia ed è grazie ai collegamenti che riusciamo ad individuarla”.

Quanto tempo occorre per beneficiare della positività del trattamento?
“Per “sbloccare” una cervicale servono pochi secondi. Normalmente i casi più gravi non richiedono oltre le due/tre sedute. E il paziente viene visto circa tre volte l'anno. Un importante traguardo in termini di efficacia e abbattimento di tempi e costi”.

Quali consigli può dare l’osteopata per cercare di ridurre il più possibile i disturbi del rachide cervicale? Quanto può influire, ad esempio, una corretta postura?
“Ci sono vari suggerimenti, come cercare di mantenere una postura corretta ad angolo retto su sedie e divani, possibilmente con schienali alti. Optare per materassi rigidi, ovvero quelli ortopedici. Eccessiva morbidezza non permette lo scarico notturno delle curve che rimangono viziate e cariche di energia raccolta durante il giorno. È importante anche lo stretching, ovvero l'allungamento muscolare. È la tecnica “fai da te” tuttora più efficace. Infine, fare sport e seguire una dieta equilibrata”.

Qual è il caso più grave che ha trattato?
“Il caso più grave è stato quello di una ragazza di 35 anni con un'ernia espulsa C5-C6 e una seria compressione midollare. Grazie al trattamento duramerico e quello strutturale, la paziente ha riferito in una scala del dolore il miglioramento da 10 a 2 e recuperato in due settimane i deficit sensitivi e motori. A distanza di tre anni, abbiamo totale assenza di sintomatologia e recidive. Ridurre la forza compressiva di un'ernia significa facilitarne la fisiologica disidratazione, ovvero la diminuizione di volume che riscontriamo a distanza di tempo nella risonanza magnetica”.