Cina, come proteggersi dal nuovo virus

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Da alcuni giorni ormai la Cina è tenuta sotto scacco da un nuovo temibile virus, simile alla Sars, che ha mietuto la quarta vittima. Secondo le autorità sanitarie locali si tratta di un 89enne deceduto nella città di Wuhan, il focolaio dove si è diffuso il virus. Nel frattempo, è emerso che sono stati registrati 77 nuovi casi di contagio, facendo salire il totale a 291. Il virus 2019-nCoV, appartenente alla famiglia dei corona virus come Sars e Mers, è stato identificato lo scorso 9 gennaio dal Center for Diseas Control and Prevention cinese, che ne ha resa pubblica la sequenza genomica. In Terris ne ha parlato con il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani.

Professore, come mai questo virus sta creando panico in Cina?
“Perché ha già alle spalle l'esperienza della Sars, nel 2002, che si è diffusa rapidamente. Un virus nuovo che non si conosce, del quale non sono state ancora definite le modalità di trasmissione, sicuramente è preoccupante e quanto meno necessita di un'allerta molto alta”.

Dalle notizie pubblicate, è emerso che il focolaio del virus sia scoppiato in un mercato ittico e di specie selvatiche della città di Wuhan…
“I virus passano periodicamente dagli animali all'uomo: esce dal proprio ambiente naturale e arriva all'uomo. Il mercato del pesce e degli animali vivi di Wuhan sembra, io non sono mai stato lì, abbia le condizioni ideali per concentrare grandi quantità di animali. Se ci sono animali infetti, si è verificato un qualcosa che ancora non sappiamo definire che ha portato alla diffuzione del virus, dal passaggio di specie animali – che ancora non sono state identificate – fino agli uomini”. 

Fra pochi giorni si celebrerà il Capodanno cinese e molte persone si concentreranno nelle piazze per la festività. Esiste la possibilità che, in queste condizioni, il virus si possa diffondere più rapidamente?
“E' difficile prevedere cosa succederà, anche perché non abbiamo certezza delle modalità di trasmissione del virus. All'inizio si era pensato che non potesse trasmettersi da persona a persona, poi ha iniziato a diffondersi all'interno di due nuclei familiari. Non abbiamo idea di quanto la trasmissione da persona a persona sia efficace, né quanto andrà avanti”. 

Il virus è molto simile alla Sars. Che effetti ha sulle persone contagiate?
“Questo nuovo e misterioso virus appartiene alla stessa famiglia sia della Sars che della Mers, che hanno avuto due animali intermedi: nel primo caso i furetti, nel secondo il dromedario. Non sappiamo quale sia l'animale da cui parte il virus in questo caso. Abbiamo bisogno di studi, per capire quanto il virus si trasmetta facilmente e soprattutto quanto sia patogeno”. 

Per evitare che il virus si diffonda sempre più, cosa possono fare le persone? Ci sono dei buoni comportamenti da seguire?
“Oggi non c'è ancora un'indicazione a evitare i viaggi internazionali. Le misure sono di lavarsi frequentemente le mani, evitare i contatti stretti e ravvicinati con persone che provengano dall'area di Wuhan, perché la malattia è confinata in quell'area”. 

Ci sono stati anche dei casi in Corea del Sud, Thailandia e ora anche in Australia… 
“Sì, ma si tratta di casi di contagio collegati a viaggi o contatti diretti o indiretti con persone che sono state a Wuhan. Al momento, c'è una modesta trasmissione da persona a persona, all'interno di famiglie e contatti ravvicinati, non una trasmissione di popolazione”. 

Nella peggiore delle ipotesi, se il virus dovesse espandersi, quali sarebbero le misure da mettere in campo?
“Speriamo che non accada. Se il virus dovesse diffondersi, sarà necessario appliare misure più strette di identificazione precoce rispetto a quelle che già ci sono e di controllo della diffusione”.